Senigallia

Attenzione e confronto per risolvere le criticità dell’ospedale di Senigallia

Il comitato cittadino interviene chiedendo innanzitutto una nuova organizzazione al laboratorio analisi. «E ascolto dalla d.ssa Storti e dall'assessore Saltamartini»

Sanità pubblica, ospedale di Senigallia, Principe di Piemonte
L'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – Poca attenzione dai vertici regionali al nosocomio, a cui gioverebbe una riorganizzazione dei servizi laboratoriali senza prenotazione. È quanto sostiene il comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia che interviene su radiologia e non solo.
I componenti del comitato sono infatti convinti che, nel settore della sanità pubblica, servizi funzionanti riducano le liste d’attesa e che un’attenzione maggiore da parte dei vertici sanitari regionali possa in qualche modo giovare alla “salute” del nosocomio senigalliese.

«Abbiamo appreso dai media locali che presso l’ospedale Urbani sono state inaugurate 2 Tac di ultima generazione, una delle quali specifica per il pronto soccorso. Naturalmente siamo felici per gli jesini ma anche delusi ed amareggiati della mancata attenzione per la Tac di Senigallia. Il macchinario che dovrebbe finalmente arrivare dopo decenni di promesse fatte dalla passata amministrazione, importantissimo per ridurre le liste d’attesa e svuotare il pronto soccorso dagli accessi, avrebbe dovuto avere una presentazione ufficiale che avrebbe gratificato anche i senigalliesi. Alle volte il metodo è anche sostanza. Non nascondiamo pertanto il nostro sconcerto per la mancata attenzione».
Per quanto riguarda invece il laboratorio analisi, «tutti conoscono la serietà, l’impegno e la competenza del personale del laboratorio e il continuo aumento degli accessi dei pazienti lo dimostra. I carichi di lavoro che si riversano sul personale necessitano però di una nuova organizzazione».

Una soluzione potrebbe essere quella di togliere le prenotazioni. «Non vanno bene, non servono e fanno solo confusione tra chi dice di essere arrivato prima e chi dopo. Occorre trasformarle in un numero massimo di accessi secondo le risorse sanitarie e tecniche del personale del Laboratorio. Al momento diciamo n.100 accessi giornalieri più le urgenze e le criticità».
La seconda: «Affidare l’ingresso del Laboratorio ad un volontario del Servizio Civile, continuativamente dalle ore 08,00 alle ore 12, che snellisca l’entrata e indirizzi i pazienti. Il compito non deve essere svolto dagli operatori sanitari o del front-office che hanno altri compiti quali la gestione dei prelievi ai pazienti».
Queste sono le richieste avanzate alla dr.ssa Storti e all’assessore regionale alla sanità Saltamartini, con la speranza che confronto, ma anzitutto attenzione, possano portare benefici alla comunità di Senigallia.

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