Senigallia

Assistenza ai disabili, da Senigallia uno spot per capirne di più

Le sorelle Paolini di “Liberi di Fare”, la rete di mobilitazione e informazione, protestano contro chi vuole negare anche l'assistenza autogestita

Una scena dello spot sull'assistenza ai disabili ideato dalla rete Liberi di Fare
Una scena dello spot sull'assistenza ai disabili ideato dalla rete Liberi di Fare

SENIGALLIA – Dalle parole ai fatti… e anche ai video! Dopo le manifestazioni organizzate in varie città d’Italia, la rete “Liberi di Fare” ha ideato anche uno “spot” a favore dell’assistenza autogestita. L’iniziativa è partita da Elena e Maria Chiara Paolini, due sorelle che da tempo si battono perché le persone disabili possano godere dei propri diritti senza discriminazioni. Tra questi, il diritto di vivere a casa propria.

«In Italia non c’è ancora – scrive Maria Chiara di “Liberi di Fare”, una rete di mobilitazione e informazione sul tema dell’assistenza personale per le persone disabili – dato che le ore di assistenza erogate dagli enti sono poche. In pratica ad oggi l’unico diritto esigibile è quello di vivere in una struttura residenziale (e vi finisce chi non ha il sostegno di familiari, partner o amici). Ma così facendo, vivendo in una residenza “per persone disabili” viene meno il diritto all’autodeterminazione e alla libertà personale, si è sottoposti ad orari rigidi e limitazioni di ogni tipo, si è sradicati dal proprio territorio, quartiere e cerchia sociale».

Nel video si vedono alcune persone con disabilità, affiancate dal personale di una struttura che ne seguono ogni movimento, un esempio di come possa divenire un limite alla personalità del disabile.

«Poche settimane fa è girato uno spot che pubblicizzava le strutture residenziali per le persone disabili – continua Maria Chiara – Nel finale passava il messaggio che a casa propria la persona disabile protagonista sta male. Noi, attivisti disabili, siamo rimasti inorriditi da quello spot e diciamo forte che noi non ci stiamo. Normalizzare la segregazione è sbagliato ed è contro la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Allora abbiamo fatto un contro spot, per far vedere come stanno davvero le cose dal punto di vista delle persone disabili (che è il più importante da tenere in considerazione per le questioni legate alla disabilità). E per far vedere come stanno le cose dalla parte dei diritti umani».

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