Senigallia

Mare e clima, Azzurro: «Alcune specie ittiche locali sono scomparse o si sono ridotte drasticamente negli ultimi anni»

Il ricercatore Cnr Irbim fa il punto sugli effetti del cambiamento climatico sulle specie che popolano il mare

La boa oceanografica Fortunae

ANCONA – «Alcune specie ittiche locali sono scomparse o si sono ridotte drasticamente a causa della temperatura del mare più elevata negli ultimi anni». A dirlo è Ernesto Azzurro, ricercatore Cnr Irbim. Tra queste specie «ci sono lo spratto, che fino ad alcuni decenni fa caratterizzava la pesca nell’Adriatico, o come il potassolo», un ‘parente’ del merluzzo, un’altra specie ad affinità fredda, la cui presenza in mare «è crollata drasticamente».

Secondo l’Osservatorio Copernicus le temperature medie globali della superficie del mare sono rimaste persistentemente e insolitamente alte, tanto da toccare livelli record tra aprile e dicembre 2023. E il 2024 si mantiene nel trend. «Il riscaldamento del mare ha impatti macroscopici – spiega – e negli ultimi anni le ondate di calore marine sono aumentate di frequenza e intensità, con picchi di temperatura che portano a condizioni che causano sofferenza alle specie, sofferenza che spesso si tramuta in mortalità».

Il ricercatore spiega che nel Mediterraneo «è documentata la mortalità di massa di oltre 50 specie, come le gorgonie, i coralli, le spugne e sofferenza di specie ittiche come le cernie, particolarmente vulnerabili dopo estati molto calde a sviluppare infezioni virali e come i mitili selvatici per i quali due anni fa è stata documentata una mortalità di massa nelle coste del Piceno».

«La situazione attuale è molto preoccupante – dice – la stiamo stiamo osservando sia con i nostri occhi sia con i dati scientifici, fenomeni mai osservati prima d’ora con questa intensità, mortalità di massa., cambiamenti di specie, segnali che insieme parlano di un cambiamento drastico e veloce negli ecosistemi marino- costieri».

Azzurro evidenzia che negli ultimi anni «specie ad affinità tropicale di provenienza esotica stanno popolando i mari italiani, anche in seguito all’apertura del Canale di Suez». Tra le specie di cui è stata segnalata la presenza nei mari italiani, non ancora nell’Adriatico, ci sono i pesci coniglio, il pesce scorpione. «Il Mar Adriatico – spiega – è ancora un ambiente climaticamente più ostile e meno adatto alle specie tropicali».

L’impatto del riscaldamento del mare e altri temi saranno al centro del simposio nazionale organizzato dal Cnr sul cambiamento della biodiversità nell’Antropocene in cui verranno delineate le priorità della ricerca. Il simposio si terrà al Fano Marine Center di Fano il 10 e l’11 aprile.

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