Senigallia

Maltempo, procura e carabinieri ‘scavano’ nell’inchiesta per far luce su allertamento e manutenzioni

Le indagini della Procura di Ancona cercano di far luce su due filoni, quello dell'allerta con i dati meteo e l'altro delle manutenzioni. Il fascicolo è stato aperto per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa

Il palazzo della Regione Marche

ANCONA – Va avanti l’inchiesta della Procura di Ancona per l‘esondazione del Nevola e del Misa, che il 15 settembre ha messo in ginocchio diversi comuni delle provincie di Ancona e Pesaro, provocando 11 vittime, sfollati e danni ingenti a territorio, edifici pubblici e privati, attività e imprese.

Mentre i vigili del fuoco, i carabinieri, la guardia di finanza, il soccorso alpino e speleologico e i volontari della Protezione civile sono al lavoro senza sosta per la ricerca dei due dispersi (Mattia di 8 anni e Brunella di 56 anni), operazioni complicate dai cumuli di detriti, fango e tronchi di albero trascinati dalla furia dell’acqua e dal fango, parallelamente i carabinieri forestali e la procura di Ancona ‘scavano’ per far luce sulla vicenda.

Dopo aver acquisito a più riprese documentazione nella sede della Protezione civile e nei comuni colpiti dalla bomba di acqua che ha scaricato quantitativi record di pioggia (oltre 400 millimetri di acqua), carte utili alle indagini per approfondire il filone delle manutenzioni e quello dell’allertamento, i carabinieri forestali hanno recuperato ulteriore materiale: si tratterebbe dei dati meteo delle precipitazioni previste per il 15 settembre, giorno del maltempo che ha travolto le Marche.

I militari dell’Arma starebbero anche ricostruendo i tabulati telefonici per far luce sull’allerta. Il fascicolo della Procura di Ancona è stato aperto per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa. Per la Protezione civile regionale l’evento meteorologico con le precipitazioni intense che lo hanno accompagnato era «impossibile da prevedere nella sua intensità» e nel suo «sviluppo» con «le attuali conoscenze disponibili», tanto che le piogge avevano fatto aumentare «in due ore» il livello dei fiumi di «sei metri». Per quella giornata la Protezione civile regionale aveva emesso, in data 14 settembre, un messaggio di allertamento (N.36/2022 ore 13:00), valido per la giornata del 15 settembre, dalle ore 00:00 alle 24:00 della stessa giornata.

La criticità, gialla, era stata emessa per vento e temporali, limitatamente alle aree 1 e 3, ovvero l’entroterra del pesarese e dell’anconetano. Per quanto riguarda l’allerta, nel corso di una conferenza stampa svoltasi lunedì sera 19 settembre a Palazzo Raffaello ad Ancona, il responsabile del centro funzionale multirischi della Protezione civile regionale Paolo Sandroni, ha riferito che in base ai «modelli matematici» le precipitazioni avrebbero dovuto essere di intensità «moderata» (30-60 millimetri) e avrebbero dovuto interessare il versante umbro più che quello marchigiano, limitandosi alle aree montane e alto collinari delle Marche. Da qui l’allerta gialla diramata dalla Protezione civile delle Marche, solo per alcune aree della regione (aree 1 e 3). 

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