Senigallia

Carabiniere uccise il ladro, la sentenza: vittima consapevole di essersi esposta al pericolo

Uscite le motivazioni che in secondo grado hanno portato una riduzione di pena a Mirco Basconi, il militare che uccise un bandito in fuga a Ostra Vetere. Per il 42enne la pena è stata abbassata perché è stato riconosciuto dai giudici che il ladro sapeva di correre rischi. Annunciato il ricorso in Cassazione

La scorta dei carabinieri per l'udienza in Corte di Appello
La scorta dei carabinieri per l'udienza in Corte di Appello

ANCONA – Avrebbe potuto inseguire l’auto in fuga o chiedere l’intervento di altre pattuglie in zona ma non sparare alla Mercedes dove il proiettile rimbalzato sull’asfalto colpì l’albanese Korab Xheta, morto dopo tre giorni in ospedale. La vittima però era consapevole di essersi esposto ad una situazione di pericolo perché era a bordo di un veicolo rubato che si era sottratto al controllo dei carabinieri. Sono le motivazioni della sentenza della Corte di Appello che, il 22 marzo scorso, ha condannato anche in secondo grado il carabiniere Mirco Basconi, 42 anni, per omicidio colposo (leggi l’articolo). Per il sottufficiale, che sparò ad un ladro in fuga il 1 febbraio 2015, ad Ostra Vetere, la pena è stata ridotta: da un anno nel primo grado di giudizio a 7 mesi e dieci giorni in appello. A determinare l’abbassamento lo spiegano le motivazioni della sentenza, uscite nei giorni scorsi, dove vengono confermate anche le deduzioni del precedente grado di giudizio.

«Va ridimensionato nel valore base il trattamento sanzionatorio – riporta la sentenza – in considerazione delle circostanze di commissione del fatto e del loro complessivo sviluppo a cui non è certamente estraneo la esposizione della vittima a pericolo per essersi trovato a bordo del veicolo rubato sottoposto a controllo e per il consapevole sottrarsi all’intervento autoritativo nei modi e nel contesto esaminati». Nelle 15 pagine si ribadisce quanto già motivato nel primo grado. La situazione era di pericolo ma non proporzionata all’uso della pistola. Gli avvocati del carabinieri, Mario e Alessandro Scaloni, hanno già annunciato il ricorso in Cassazione. Il carabiniere ha sempre sostenuto la tesi della legittima difesa, puntando sulla pericolosità della situazione che si era creata quel tardo pomeriggio, con una serie di furti che da giorni imperversavano nella zona e che il sottufficiale aveva solo adempiuto al suo lavoro di carabiniere con l’uso legittimo dell’arma.

Per i giudici però non era legittimato a porre a repentaglio, per l’adempimento del dovere di ufficio, beni quali la vita. Era possibile il ricorso a modalità alternative come l’inseguimento o la segnalazione ad altre pattuglie. Il 7 novembre 2016 il giudice per l’udienza preliminare Francesca Zagoreo aveva condannato il militare in primo grado, con rito abbreviato. Contestato il reato di omicidio colposo, per eccesso colposo nell’utilizzo dell’arma di servizio. Stando ai fatti del 1 febbraio 2015, Basconi aveva sparato alle gomme di un’auto di ladri in fuga, dopo dei furti avvenuti in zona, ad Ostra Vetere, ferendo Korab Xheta, albanese di 24 anni, con un proiettile di rimbalzo dall’asfalto al lunotto del suv Mercedes. In auto c’erano altre due persone. Dopo 4 giorni di agonia il ladro era morto. Non c’erano dubbi sul fatto che l’appuntato avesse mirato alle ruote del veicolo e sparato quattro colpi proprio in direzione degli pneumatici, ad una distanza tra gli 11 e i 17 metri. I familiari dell’albanese si sono costituiti parte civile con gli avvocati Teodoro Serino e Maurizio Cacaci.

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