Senigallia

Alluvione Marche, proseguono le ricerche di Brunella Chiù: si seguono le tracce fiutate dai cani

I cani del soccorso alpino della guardia di finanza avevano evidenziato una traccia sotto un ponte nella zona di confluenza tra Misa e Nevola

I cinofili del soccorso alpino della guardia di finanza

ANCONA – Risalgono dalla confluenza tra i corsi d’acqua Misa e Nevola, verso Barbara i cinofili del soccorso alpino della guardia di finanza impegnati nelle ricerche di Brunella Chiù, l’ultimo dei dispersi dell’alluvione del 15 settembre che causò 12 vittime accertate, sfollati e danni ingenti.

In azione anche vigili del fuoco, volontari della protezione civile e carabinieri forestali coordinati dall’unità comando locale dei vigili del fuoco situata a Barbara. Nel weekend i cani della guardia di finanza avevano fiutato qualcosa all’altezza di un ponte tra Misa e Nevola, un segnale che aveva riacceso le speranze di trovare la mamma di 56 anni, ma alla verifica purtroppo non è emerso per ora nessun elemento. Ma i cinofili stanno ancora battendo la zona per «cercare di capire quale possa essere stata la fonte odorosa che ha attivato cani» spiega il maresciallo ordinario cinofilo Matteo Bernasconi, comandante della stazione di Alagna Valsesia (Vc).

Le ricerche però non si fermano e vanno avanti da oltre 45 giorni. I cinofili del soccorso alpino della guardia di finanza sono specializzati «nella ricerca di persone disperse sotto valanghe e macerie, con una sensibilizzazione alla ricerca dei cadaveri situati in profondità in zone impervie», spiega il maresciallo.

Matteo Bernasconi, Maresciallo ordinario cinofilo, comandante della stazione di soccorso alpino della guardia di finanza di Alagna Valsesia

A differenza dei cani molecolari non hanno bisogno di annusare un oggetto appartenuto alla persona dispersa, perché il fiuto di questi cani speciali è guidato dall’odore umano. A complicare le ricerche, spiega Bernasconi, sono le enormi cataste di legname e detriti ammassate dalla furia dell’acqua e «la complessità legata alla vastità dei terreni e delle aree che il corso d’acqua esondato ha attraversato» creando addirittura una seconda confluenza con Nevola e Misa.

«La portata del Nevola era raddoppiata – spiega – il fiume non ha più seguito il suo corso naturale ed esondando ha tirato dritto nei punti in cui solitamente curva». Un’onda incredibile che ha trascinato via di tutto, abbattendo ponti e portandosi via auto e tutto quanto ha trovato lungo il suo percorso.

Le ricerche di Brunella proseguono nei terreni alluvionati sotto le cataste di materiale accumulate ma anche «nei laghetti formatisi in seguito all’alluvione, nei pressi dell’area in cui è stato anche ritrovato il corpo del piccolo Mattia Luconi» la più giovane delle 12 vittime (8 anni).

In questi giorni, infatti sono in fase di ispezione questi accumuli di acqua profondi quasi due metri e fangosi dove i vigili del fuoco stanno cercando Brunella. «L’ipotesi che il corpo della donna possa essere stato trasportato in mare non è esclusa – dice Bernasconi – le ricerche sono complesse perché nella storia non si era mai vista un’onda così importante. Inoltre, anche in altri episodi di questo genere ci sono persone che anche dopo molto tempo non sono state ritrovate». Il soccorso alpino della guardia di finanza di Alagna Valsesia, sul Monte Rosa, sono impegnati nelle ricerche della donna da tre settimane.

Ti potrebbero interessare