Senigallia

Senigallia, alberi abbattuti dopo l’alluvione: gli ambientalisti vogliono chiarezza. Esposto in Procura

Nasce un Comitato spontaneo per la Difesa degli Alberi in Città: «Sono state rispettate le normative? A chi giova il depauperamento del patrimonio pubblico?»

Lo Stradone Misa a Senigallia dopo il taglio degli alberi effettuato nel post alluvione
Lo Stradone Misa a Senigallia dopo il taglio degli alberi effettuato nel post alluvione

SENIGALLIA – Esposto alla Procura della Repubblica di Ancona per il taglio di numerosi alberi in varie zone di Senigallia, soprattutto lungo lo stradone Misa. A presentare la documentazione di 19 pagine e 15 allegati sono stati alcuni cittadini riuniti in un Comitato spontaneo per la Difesa degli Alberi in Città che si pone varie domande ancora senza risposta da settembre 2022. Il taglio delle alberature che caratterizzavano lo stradone Misa era avvenuto a pochi giorni di distanza dalla nota alluvione del 15 settembre 2022, quando ancora la via era interdetta al traffico formalmente per operazioni di pulizia e sgombero. La sorpresa aveva lasciato spazio a varie critiche, un po’ perché tutto era avvenuto in fretta e furia, un po’ perché non c’era stata alcuna concertazione – o quanto meno informazione – con le associazioni ambientaliste. Ora un nuovo passo per cercare di fare luce sull’argomento.

L’assessora all’ambiente Elena Campagnolo ha dichiarato che l’alluvione aveva eroso sia l’argine del fiume Misa su cui i grossi alberi erano cresciuti – e dove non avrebbero dovuto essere – sia la base stessa delle piante. Durante la rimozione di enormi quantità di rifiuti accatastate nei pressi delle alberature, alcune radici sono state tagliate e strappate dai mezzi, quindi i pini non erano più stabili. Infine l’altra motivazione alla base della decisione presa dalla giunta era sul «terreno argilloso, che non consentiva l’ospitalità a tali grosse piante». Per non interdire più volte il viale al traffico, una delle arterie maggiormente trafficate di Senigallia, si era scelto poi di effettuare le operazioni quando ancora era chiuso per lo sgombero di fango e detriti, ma queste motivazioni (né la promessa di ripiantumazione di essenze compatibili) non hanno convinto i cittadini che si sono rivolti alla procura dorica.

Il nodo è innanzitutto sulle decisioni prese «da qualche tempo a questa parte» nei confronti di «un numero altissimo di alberi singoli – lecci, pini, querce, tamerici – e di interi viali», abbattuti «per opera e commissione dell’amministrazione comunale». Altro tema è la mancata concertazione con le associazioni ambientaliste: i tagli sullo stradone Misa «sono avvenuti come di sorpresa, anche nottetempo, con motivazioni appena accennate o nemmeno discusse». Il comitato spontaneo di ambientalisti vuole essere certo quindi che siano state rispettate le normative.

Da qui alcune domande: «Il filare di alberi abbattuti lungo il fiume insistevano nell’area demaniale.  È stata chiesta l’autorizzazione all’ufficio competente? In particolare, visto il supplemento seguito dopo solo 3 giorni, a modifica della relazione precedente dell’agronomo, per il quale tutti i pini e non solo quelli primariamente segnalati come instabili erano ammalorati, la mano del tecnico è stata forzata affinché questi indicasse la necessità di abbatterli tutti in due notti? L’autorizzazione all’abbattimento riporta inesattezze sul numero di alberi da abbattere e sulla data di emissione. Perché? A chi giova tutto ciò, stante il depauperamento del patrimonio pubblico? Questi ed altri simili quesiti, se confermati, descriverebbero gravi inosservanze delle norme vigenti», concludono i cittadini.

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