Senigallia

Aiuti economici, rimborsi, allertamento e vasche di espansione. Il sindaco di Senigallia: «Siamo molto arrabbiati per lo stato del fiume»

Le richieste di Olivetti alla ministra Lamorgese sono molteplici, compreso rivedere il sistema di allerta. «Nessun messaggio, nemmeno dai sindaci»

Massimo Olivetti
Massimo Olivetti

SENIGALLIA – Aiuti economici, attenzione sulla sicurezza del fiume, revisione del Pai e del sistema di allertamento territoriale, oltre a opere infrastrutturali urgenti. A margine dell’incontro con la ministra dell’interno Luciana Lamorgese, oggi in visita nelle zone colpite dall’alluvione del 15 settembre scorso, il sindaco Massimo Olivetti ha le idee chiare e soprattutto tanta rabbia. 

«Abbiamo chiesto la possibilità di avere aiuti più seri rispetto all’altra volta (il 2014, ndr), molto più consistenti per famiglie e aziende colpite dall’alluvione; poi una forte attenzione sulla questione della sicurezza del fiume e sul sistema allertamento». Durante una riunione del Coc, il sindaco Olivetti ha anche «ribadito l’importanza di non lasciare sola questa città e questa zona, che troppo spesso viene dimenticata», oltre a sottolineare la singolarità del fiume Misa che ha una foce molto più stretta della parte iniziale. «Siamo inca**ati per lo stato del fiume – ha chiosato – ci sono zone ad alta densità abitativa in aree esondabili, difficili da difendere, per cui servono opere di difesa a monte. Vanno fatte subito le 15 vasche di espansione, bloccate anche per questioni ideologiche, ed è ora che la Regione investa soldi per poterle realizzare. Oggi ci è stato ripromesso tutto quello che era stato detto negli anni passati, io spero che qualcuno mantenga queste promesse, spero nella coscienza delle persone, di chi ha visto il disastro, anche se so che a luci spente nessuno si ricorderà di noi».

Sulla mancata allerta, Olivetti torna a evidenziare la completa assenza di qualsiasi messaggio che potesse far comprendere ciò che stava accadendo. «Non posso accorgermi io, grazie a un messaggio di un mio amico alle 19:50, di ciò che avviene da altre parti. Noi ci siamo subito attivati allertando la popolazione, proprio perché sapevamo che la situazione era grave. Se non avessimo dato noi l’allerta, avremmo avuto una strage. Ma questo sistema non funziona, dobbiamo essere messi in rete, serve un collegamento territoriale perché i sindaci possano comunicare tra loro. Se Serra de’ Conti aveva problemi e ad Arcevia era già passata, era matematico che la piena arrivasse a valle». La stessa situazione di chi, vedendo che la macchina che segue dietro non frena, aspetta il tamponamento. Nemmeno dai sindaci della vallata è arrivato un messaggio: «Abbiamo una chat dei sindaci della zona ma non c’è alcun messaggio per la pioggia: serve un sistema di Protezione civile unitario, per tutta la vallata».

Mentre viene presa la decisione di tenere ancora sospese le lezioni didattiche, in modo da non riversare sulle strade migliaia di persone considerate le criticità sullo stato di percorribilità verso e da le scuole del territorio, inizia la conta dei danni. Pur in assenza di dati certi, una prima stima potrebbe arrivare fino a 7-800 milioni di euro, «almeno tre-quattro volte quelli dell’altra volta (furono oltre 180 milioni di euro nel 2014, Ndr), ma per avere un’idea più chiara dobbiamo attendere quello che diranno i cittadini attraverso i moduli per i rimborsi, indicativamente entro una o due settimane». Affrontata anche la questione dei moduli per i rimborsi e gli indennizzi: saranno più semplici, assicura il primo cittadino e non dovranno prevedere il pagamento della marca da bollo, «ma per questo bisognerà attendere un provvedimento del ministero».

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