Pesaro

Vitri: «La sanità pesarese sempre più verso la privatizzazione: Acquaroli smantella i servizi minimi»

La consigliera regionale: «Ora anche la notizia di una possibile privatizzazione dei servizi negli ospedali di Urbino e Pergola»

L'ingresso dell'ospedale Lanciarini di Sassocorvaro

PESARO URBIO – L’ombra lunga di una sanità sempre più privatizzata. È quello che sostiene Micaela Vitri, consigliera regionale Pd.

«Ogni giorno un passo in più verso il precipizio con lo smantellamento totale della sanità pubblica nelle Marche – sottolinea Vitri – È quanto appare ormai evidente a tutti, sulla politica avviata dalla giunta Acquaroli, dopo la notizia di una possibile privatizzazione dei servizi negli ospedali di Urbino e Pergola. Nel nosocomio di riferimento del Montefeltro c’è già una cooperativa che fornisce personale al pronto soccorso, ma mi chiedo: perché il privato ha medici e infermieri mentre il pubblico no? Non sarebbe ora di prevedere contratti adeguati e in linea con quelli di altre Regioni».

Per Vitri «il quadro che si sta delineando nelle Marche è sempre più allarmante: chiusura delle postazioni di guardie mediche, conseguente intasamento dei pronti soccorso e ospedali dell’entroterra privatizzati. 

A Sassocorvaro, dove Acquaroli aveva promesso di riaprire come ospedale pubblico appena insediato, ora invece non solo si prorogherà di altri tre anni la convenzione con il privato di Villa Montefeltro, ma si prevede persino il passaggio a loro del punto di continuità assistenziale. Una sorta di primo intervento ridotto al minimo, che nessuno ha mai visto gestito da un privato. 

A Urbino e Pergola l’ipotesi supera ogni possibile previsione: un appalto di tre anni per assistenza medica in cinque comparti. Nel primo ospedale sarebbero impegnati al pronto soccorso, nel punto nascita, nei reparti di chirurgia, ortopedia, necrologia, lungodegenza più degenza internistica. A Pergola invece le equipe private interverrebbero nel punto di primo intervento e nell’anestesiologica del blocco operatorio».

Un contesto in cui sono state chiuse totalmente o parzialmente, 8 postazioni di guardie mediche: Vallefoglia, Gabicce, Pesaro, Cagli, Mondavio, Fano e Mondolfo.

«Questo sfacelo non dipende dalla carenza di medici e infermieri, perché altrimenti nemmeno i privati potrebbero sopperire. Personalmente, sia chiaro, non sono contraria alla collaborazione con i privati laddove indispensabile, ma qui siamo di fronte alla sanità pubblica che sparisce abdicando totalmente a società e cooperative. Il tutto in un momento in cui la Regione dovrebbe invece rilanciare il nostro sistema sanitario grazie ai fondi del Pnrr. Che fine hanno fatto tutte le promesse di Acquaroli in campagna elettorale?».

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