Pesaro

Vaccino obbligatorio per gli over 50, Confindustria Pesaro: «Ci voleva più coraggio, molti problemi restano in capo agli imprenditori»

La presidente di Confindustria Pesaro, Alessandra Baronciani, interviene sulla scelta del Governo: «Territorio fatto di piccole imprese, rischio di compromessi e sospensioni delicate»

Alessandra Baronciani, presidente Confindustria Pesaro (Foto: Confindustria Pesaro)

PESARO URBINO – Nuove misure del governo, per Confindustria Pesaro tanti problemi restano sulle spalle degli imprenditori.

«Da cittadina e da imprenditrice sono assolutamente convinta che solo l’obbligo di vaccinarsi ci possa aiutare a superare questa pandemia, che continua ad avere un impatto devastante sulle nostre comunità, sul nostro sistema sanitario e sulla nostra economia» Lo dichiara Alessandra Baronciani, presidente di Confindustria Pesaro Urbino, commentando le ultime misure prese dal governo in materia di contrasto al Covid-19. «Ci voleva più coraggio da parte della politica, anche alla luce delle posizioni chiare che Confindustria e sindacati hanno preso sull’introduzione dell’obbligo vaccinale sin dalla prima ora – aggiunge, sottolineando che già «l’aver preferito il tampone per il rilascio del green pass è stata una scelta ambigua, che infatti non ha raggiunto l’obiettivo di convincere in maniera massiccia i contrari alle somministrazioni delle dosi, e che sta avendo un costo significativo a carico dei lavoratori e, in moltissimi casi nella nostra provincia, anche a carico delle imprese».

Baronciani nota una debolezza “non secondaria” nel provvedimento appena varato dal governo: «Il nostro sistema economico è fatto soprattutto da piccole e micro-imprese con pochi dipendenti – spiega – il nuovo provvedimento, se pur contribuirà a contenere il contagio, lascia ancora in capo agli imprenditori la gestione di numerosi problemi e potenziali compromessi. Cosa può accadere in una piccola azienda di un settore considerato essenziale o strategico se uno degli addetti chiave rinuncia al vaccino e se ne sta a casa sapendo di non poter godere dello stipendio ma di avere il posto garantito?».

«Secondo me ci voleva più coraggio – chiude Baronciani -, anche perché intorno alle nostre aziende si addensano altre criticità: il costo di energia elettrica e gas metano, l’aumento delle materie prime e dei trasporti (per un paese come il nostro che trasporta quasi tutto su gomma), l’inflazione che galoppa, con il conseguente aumento del costo del lavoro, unita alla fine della moratoria sui mutui, rischiano di vanificare ogni nostro sforzo verso la ripresa. In ogni caso, prendiamo atto di quanto approvato dal Governo e come Confindustria Pesaro Urbino, assieme a tutte le altre associazioni del territorio, faremo ogni sforzo per cercare di contenere il contagio, e scongiurare ulteriori danni al sistema economico».

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