Pesaro

Vaccini agli anziani, i sindacati di Pesaro: «Disorganizzazione, assembramenti e caos»

Ora Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Pesaro Urbino commentano: «Alla politica chiediamo un cambio di passo, tanti tornati a casa perchè c'era Astrazeneza»

Un momento della vaccinazione

PESARO – Anziani e vaccini, i sindacati dei pensionati non ci stanno e parlano di “disorganizzazione e caos”. Abbiamo raccontato di come nei tre punti vaccinali venerdì, molti anziani, vista la mancanza di dosi Pfizer, abbiano preferito non vaccinarsi con AstraZeneca e tornare a casa.

Ora Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil Pesaro Urbino commentano: «Quello che sta succedendo in questi giorni sulla somministrazione dei vaccini agli anziani ultra ottantenni è davvero troppo. Siamo seriamente preoccupati per come si sta involvendo la situazione vaccinale. Si è davvero passato il limite, non si possono trattare in questo modo le persone, e a maggior ragione quelle che hanno bisogno di più protezione e tutela.

Sono giorni ormai che apprendiamo delle disfunzioni legate alla logistica per l’inoculazione dei vaccini. Le scene degli assembramenti che abbiamo visto nei giorni scorsi davanti al centro Monaldi di Pesaro dove gli anziani sono stati lasciati per ore all’aperto perché le dosi previste non erano ancora arrivate, non si devono più ripetere.

È stato uno spettacolo indegno dopo tutto quello che in questi mesi hanno sofferto gli anziani nella loro solitudine ad aspettare un vaccino. E come se ciò non avesse creato abbastanza disagi, sabato 13 marzo, ci sono stati altri problemi, questa volta legati alla mancanza di dosi Pfizer, e pertanto gli anziani è stato inoculato il vaccino AstraZeneca».

I sindacati chiedono: «È possibile che non si potessero avere delle accortezze maggiori come per esempio avvisare tempestivamente le persone in modo che potessero scegliere liberamente cosa fare?». E ancora: «Le notizie che si sono susseguite in merito ai decessi avvenuti, forse, a causa del vaccino AstraZeneca, hanno giustamente disorientato e impaurito le persone, gettandole nello sconforto, e facendole desistere dal vaccinarsi. Tutto ciò è sconcertante.  Agire in questo modo significa non avere rispetto per le persone più fragili e farle sentire solo un peso per la società.

Si poteva fare meglio? Sicuramente avremmo potuto studiare e organizzare una logistica migliore, avremmo potuto essere più rapidi nel trovare un accordo con i medici di base per vaccinare le persone fragili. Sono mesi che chiediamo chiarimenti sull’organizzazione della vaccinazione e ancora oggi assistiamo a scene indecorose.

Alla politica chiediamo un cambio di passo chiaro e deciso. La nostra regione è tra quelle che ha eseguito meno vaccinazioni, segno che esistono delle evidenti difficoltà organizzative. Ci auguriamo che si recuperi velocemente, e si garantisca subito la vaccinazione a domicilio per i tanti anziani non autosufficienti e per chi si prende cura di loro».

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