Pesaro

Urbino, la storia di Giuditta: «Ho lasciato il posto fisso per il pane»

Si occupa di grano, farine, pane, ma fino al 2017 aveva un contratto a tempo indeterminato in ambito sanitario. La storia di Giuditta Mercurio, premiata a Roma dalla Coldiretti nazionale

Giuditta Mercurio

URBINO – Ha lasciato un lavoro fisso, un presente stabile, un futuro certo e ha scelto di lanciarsi nell’agricoltura con la sua socia, Agnese. Ora, Giuditta Mercurio, premiata a Roma dalla Coldiretti nazionale, è una panificatrice.

Si occupa di grano, farine, pane. E pensare che fino al 2017 aveva un contratto a tempo indeterminato in ambito sanitario. La donna, infatti, dopo aver studiato al liceo linguistico Raffaello di Urbino, dove è nata, consegue la laurea a Bologna. E proprio qui, nel capoluogo emiliano romagnolo, inizierà a lavorare come tecnico di radiologia medica nel reparto di neuroradiologia dell’ospedale Bellaria di Bologna.

Un lavoro che proseguirà per 10 anni, fino a che lei non dirà basta. Nel 2012, Mercurio rescinde quindi il contratto a tempo indeterminato per quello che lei stessa definisce «una vera e propria rinascita» dando vita così alla sua azienda agricola. Oggi, a 42 anni, porta avanti insieme ad Agnese, con cui si conoscono sin dai tempi dell’infanzia, un’azienda agricola biologica tutta al femminile, ˈIl Gentil Verdeˈ.

«Sono 50 ettari coltivati con 5 grani antichi, a tutela della biodiversità e della salute – spiega Giuditta – Grani miscelati, macinati a pietra e le farine che si ottengono vengono lavorate manualmente per realizzare pani con pasta madre e cotti nel forno a legna e venduti direttamente nei mercati». L’idea di punta di Giuditta e Agnese è stata quella di radicarsi ad un territorio ma anche esportarne i saperi.

«Radicarsi nel territorio vendendo i nostri prodotti ai clienti che seguiamo passo-passo. La vendita nei mercati di Campagna Amica significa anche conoscenza e tradizione. Il pane è un gesto millenario che accompagna l’umanità da sempre e ci insegna che la campagna è parte del nostro mondo e da lì dobbiamo ripartire».

Un lavoro, il suo, storicamente maschile e che ormai pare più nessuno voglia fare data la fatica nel fare il pane: «Col forno a legna, non è che accendi una manopola e i prodotti si cuociono. Devi caricare la legna, ogni tre mesi scarichiamo 40 quintali e 20-25 chili di sacchi di farina, sempre a mano. Se esistono lavori maschili? A parer mio, non esistono mestieri che le donne non possono fare. Ho delle braccia che sembro Hulk, proprio come un uomo» – scherza lei.

«I lavori di grande forza se non riesce a farli un uomo, non ci riesce neanche una donna. Ma per questo motivo ci sono le macchine e i mezzi. Io so fare tutto, trebbiare, seminare. Poi, certo, io credo che con Agnese siamo più adatte alla vendita diretta. E quindi magari mettiamo qualcuno sul trattore, altrimenti non riusciremmo a fare tutto. È questione di tempo e di suddivisione del lavoro, non di sesso». 

Da due sono diventate cinque donne: Giuditta, Agnese, una dipendente a tempo indeterminato e due con contratto a tempo determinato. L’azienda si trova ad Acqualagna, in provincia di Pesaro Urbino: «Io capisco che fa clamore il fatto che abbia lasciato il posto fisso, ma credo faccia più clamore che siamo partite da zero. Non avevamo una storia familiare di tradizione. Tutto questo l’abbiamo messo su da sole, io e Agnese. Se mi sia pentita? Nient’affatto, ora dipendo solo dalla natura, è bellissimo, ma anche imprevedibile».

Tutto è iniziato così: «Prima abbiamo acquistato la casa agricola, il terreno e siamo partite con solo tre ettari in affitto, sin da subito in biologico. Poi, abbiamo acquistato 21 ettari e su questi è sorto il laboratorio». Un laboratorio da cui escono non sono filoni di pane, ma anche biscotti, colombe e tanto altro. Prelibatezze del territorio apprezzatissime dai cittadini-consumatori che Giuditta chiama «co-produttori».

Nei giorni scorsi, Giuditta è stata premiata a Roma nel corso della prima edizione del premio Coldiretti ˈAmiche della terra, storie di donne che nutrono il mondoˈ, organizzato a Palazzo Rospigliosi, in occasione del 70° anniversario della nascita del movimento di ˈDonne Coldirettiˈ assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini, al ministro alle riforme istituzionali, Elisabetta Alberti Casellati, e al ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

«L’obiettivo della giornata – afferma Coldiretti – è promuovere l’agricoltura rosa e valorizzare l’attività delle imprenditrici agricole italiane che sanno coniugare il rispetto dell’ambiente con l’attenzione al sociale, la tutela della biodiversità con la valorizzazione dei prodotti tipici e sanno accettare le nuove e crescenti sfide del mercato. Un importante premio che celebra l’impegno, la passione e la dedizione delle Donne impegnate nel green e promuove la conoscenza e la difesa del vero agroalimentare italiano».

Dieci storie premiate in tutta Italia. Sul podio, però, c’era quella di Giuditta, premiata sul palco dal dg della Fondazione Campagna Amica, Carmelo Troccoli. Tanti i progetti a cui ˈIl Gentil verdeˈ si dedica, tra cui quelli che coinvolgono il reparto di oncologia dell’ospedale di Urbino.

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