PESARO – Unione dei Comuni, per i consiglieri Fdi il sindaco Biancani sta «smembrando quanto fatto da Ricci, un vero pasticcio».
Intervengono i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia, Michele Redaelli, Cristina Canciani, Serena Boresta, Daniele Malandrino e Giovanni Corsini. «Emergono infatti molte falle dopo le modifiche apportate dall’attuale Sindaco. L’unione dei comuni ha senso se vengono condivisi dei servizi, denominati funzioni. Altrimenti siamo di fronte ad un carrozzone inutile e dai costi indefinibili e poco chiari. Pesaro condivideva le funzioni di due tematiche piuttosto corpose come la Polizia Locale ed i servizi informativi per un valore economico annuo pari a 1,8 milioni per il primo e 1,2 milioni per il secondo. Entrambe le funzioni sono state richiamate presso il Comune ed è rimasta solo la condivisione del coordinamento della protezione civile per un valore di circa 5000 euro annue. Un impegno infinitesimale rispetto agli anni scorsi».
E proseguono: «Che senso ha la permanenza del comune di Pesaro a queste condizioni? Biancani crede nell’unione o no? Se ci crede condivida le funzioni con l’unione, altrimenti esca dall’Unione di Pian del Bruscolo. La situazione attuale è una via di mezzo inconcludente, dispersiva e piena di incognite».
Per Fdi «Siamo davanti alla presa d’atto del fallimento del progetto dell’Unione e del progetto di Ricci sulla partecipazione di Pesaro all’Unione che il suo successore Biancani ha immediatamente smembrato. Un progetto politico che abbiamo contestato dall’inizio e quotidianamente con il voto contrario in consiglio dell’unione. Un progetto usato più come vetrina che come reale miglioramento di servizi a favore dei cittadini. Anche dal punto di vista economico l’operazione Biancani è maldestra. Ancora non è chiaro quale sia il costo per il comune di Pesaro per il fatto di fare parte dell’Unione».
I consiglieri argomentano: «L’operazione voluta da Biancani è stata intrapresa come un salto nel buio, abbracciata senza alcuna remora o discussione da parte della sua maggioranza ma senza alcuna informazione certa. Senza alcuna valutazione tecnico economica. Sulla carta il Comune di Pesaro, a partire dal primo gennaio, ha ritirato la condivisione della funzione dei servizi informativi (informatica, statistica, gestione dei portali e dei siti internet nonché della gestione dei dati e della comunicazione dell’ente) e della polizia locale. Ad oggi però, e siamo ad inizio giugno, c’è ancora molta confusione su come questo debba essere attuato.
Ancora c’è una grossa incognita che riguarda il patrimonio, ovvero tutti gli acquisti fatti in questi anni. I dispositivi acquistati per la polizia locale, la centrale operativa, i mezzi, i server, i domini delle pagine internet. Alcuni di questi sono ancora di proprietà dell’Unione, altri, che riguardano l’unione sono ancora in capo al comune di Pesaro. Fino ad arrivare a paradossi come il fatto che, per quanto ci è dato sapere, il contratto di gestione del Cloud per il salvataggio dei dati del comune di Pesaro è tuttora in capo all’Unione di Pian del Bruscolo.
Questo pasticcio che riguarda servizi, contratti e la proprietà di beni materiali sta diventando un ginepraio che ingessa ulteriormente il comune. Un salto nel buio, gestito male, basato su supposizioni e promesse Per chiarire tutti questi aspetti abbiamo protocollato un’interrogazione specifica e chiediamo risposte chiare all’amministrazione.
In pochi mesi Biancani ha smantellato una delle grandi illusioni propagandate da Ricci e dal PD per anni. Il problema è che dall’illusione siamo passati al caos amministrativo. Così non si rilancia l’Unione. Si mantiene vivo il carrozzone, svuotato di operatività e di personale e contemporaneamente si creano danno al comune di Pesaro».