Pesaro

Che fine hanno fatto le Terme di Carignano? Morbidoni: «Silenzio irreale»

Il Comitato “Riapriteci le Terme di Carignano” teme che tutto vada a finire nel modo peggiore come già avvenuto anni fa e cioè che niente riesca ad andare in porto

Le terme di Carignano
Le terme di Carignano

FANO – Che fine ha fatto le Nuove Terme di Carignano? Il progetto, annunciato in pompa magna durante un incontro pubblico che aveva di fatto raccolta applausi ad unisono, continua ad essere un’idea astratta che ancora fatica a veder nascere il suo corrispettivo concreto. (Per saperne di più).

A denunciare una situazione dai contorni sempre più kafkiani è ancora una volta la Presidente del Comitato “Riapriteci le Terme di Carignano” Beatrice Morbidoni: «Nonostante i vari proclami e le promesse fatte, purtroppo non si riescono ancora a vedere partire i lavori di ristrutturazione delle Terme di Carignano e di tutte le strutture che verranno annesse, il che fa pensare ad un “dejà vu” che porta ad accrescere la sfiducia ed il timore che tutto vada a finire nel modo peggiore come già avvenuto anni fa e cioè che niente riesca ad andare in porto. Il silenzio da parte di tutti sembra irreale, ma in qualità di Presidente del Comitato, posso assicurarvi che sono costantemente in contatto con politici e proprietà per riuscire a carpire quali siano i problemi di fondo che causano questi rallentamenti».

Beatrice Morbidoni
Beatrice Morbidoni

Da quanto riferito dalla Morbidoni l’attuale amministrazione avrebbe confermato anche durante la recente presentazione del nuovo PRG di avere tutto sotto controllo. Va anche detto che, nel frattempo un passo avanti da parte della società acquirente delle Terme è avvenuto con l’acquisizione delle concessioni minerarie.

A tenere tutta la situazione in stallo sarebbe ancora la questione correlata ai posti letto di cui fino a qualche tempo fa si è tanto parlato, 50 posti letto destinati al nostro ospedale cittadino che permetterebbero di ottenere un potenziamento del nostro reparto ortopedico e non solo: nonostante ce ne sia estrema necessità, il passaggio attualmente non è ancora stato notificato.

A cercare di fare luce sull’intricata situazione è ancora la Morbidoni: «Sappiamo che anche il gruppo Romani, proprietario delle Terme di Carignano, ha esposto la volontà di ricevere dei posti letto visto che alle Terme verrà affiancata una clinica dove verranno trattate problematiche ortopediche. Una clinica privata convenzionata sarebbe un ottimo supporto all’ospedale fanese, visto e considerato che in questo caso i problemi ortopedici potrebbero risolversi molto più velocemente se abbinati a riabilitazioni in acqua termale sulfurea».

«Abbiamo questa enorme opportunità che non deve essere disattesa, una clinica privata convenzionata sarebbe alquanto di supporto a noi cittadini viste le problematiche della sanità esistenti. Ripeto ancora che non dobbiamo assolutamente perdere questi posti letto: o che vengano dati all’ospedale o che vengano dati in convenzione, l’importante è che rimangano nel nostro amato territorio e cioè Fano, perché le voci che questi posti volgano verso la vicina Pesaro si stanno facendo sempre più insistenti. E scusate ma… vogliamo davvero che vengano affidati ad una clinica privata convenzionata a Pesaro? Non è forse meglio evitare questo ed avere la possibilità di effettuare operazioni e riabilitazioni a Fano e non a Pergola o Macerata Feltria? Qualsiasi decisione verrà presa, i posti sono di Fano e tali debbono rimanere, poi ben venga che vengano affidati al nostro ospedale o al nuovo complesso termale prossimamente in costruzione».

Stefano Pollegioni
Stefano Pollegioni

Parola moderatamente rassicuranti arrivano dall’esponente UDC Stefano Pollegioni: «Posso annunciare di aver ricevuto in questi giorni assicurazioni dallo stesso Amministratore del Gruppo Romani, proprietario dei terreni su cui dovrà concretizzarsi il progetto , che per quello che li riguarda nulla si è fermato. Il progetto esecutivo è in lavorazione e ci vuole pazienza perché la burocrazia è sempre padrona di tutto. Una nota positiva, dopo la presentazione del progetto non esecutivo elaborato dal Politecnico di Milano avvenuta a Fano lo scorso ottobre 2022, è che l’Assessore Regionale Stefano Aguzzi ha mantenuto gli impegni, infatti le acque Termali sono state concesse nel mese di aprile 2023 e questo è sicuramente un passo avanti. Di pochi giorni è l’annuncio del potenziamento, dal 10 di maggio, della Chirurgia ortopedica e traumatologica e anche gli interventi per l’istallazione delle protesi nell’Ospedale di Fano. Credo che questa sia l’occasione di assegnare al nosocomio fanese quei posti letto, già esistenti, senza perdere tempo anche se la presentazione del piano sanitario avverrà più avanti. I 50 posti letto appartengono a Fano e ci auguriamo che restino a Fano. La Clinica privata ortopedica, che il Gruppo Romani vorrebbe far nascere all’interno del progetto Terme, sarebbe un bel connubio, con l’Ortopedia del Santa Croce, soprattutto per quello che riguarda le riabilitazioni ma sappiamo bene che le decisioni e gli accordi, anche dei posti letto, spettano alla Regione quando la Clinica privata sarà realizzata. Per ora esiste solo un progetto – e conclude – In Italia strutture che si occupano della riabilitazione ortopedica in Acque termali si contano sulle dita di una mano e per la nostra città un progetto del genere sarebbe un vero fiore all’occhiello. Chiaramente spetta agli organi regionali valutare e agire. Insieme al mio partito sarò attento, come ho sempre fatto, nel seguire l’iter del progetto che, spero presto, si inizi a vedere concretamente. Diversamente inizieremo a preoccuparci ma ora teniamo duro».

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