Pesaro

Tavola rotonda sui nuovi bisogni, Castelli: «Nel 2040 le Marche potrebbero perdere 400mila abitanti»

Confronto tra politica, Caritas e Cdo organizzato dal gruppo di lavoro Prospettive. «Progettare insieme uno sviluppo»

PESARO – Un messaggio chiaro: nel 2040 se le tendenze non si invertiranno, le Marche perderanno 400.000 abitanti. Ed è proprio pensando a questo date che il gruppo “Prospettive” ha avviato un confronto con alcuni relatori tra cui Andrea Mancini coordinatore Caritas di Pesaro, Angela Tringali direttore CDO Pesaro Urbino, l’Assessore Regionale al Bilancio Guido Castelli ed il Consigliere Comunale Michele Redaelli.

Prospettive, che raccoglie l’adesione di uomini e donne della società civile, dei consiglieri comunali di centrodestra e dei consiglieri di quartiere di Ascoltiamo Pesaro, vuole essere un laboratorio politico-culturale che si propone di condurre un percorso di ascolto, di confronto e di proposte per la città. Nell’introduzione il consigliere comunale pesarese ha voluto far emergere proprio che gli incontri hanno come fulcro il futuro della città di Pesaro.

«Siamo partiti – ha esordito Redaelli – dalla cosa più importante per determinare il nostro futuro, cioè le persone, le risorse umane di cui dispone la città. Nessuna amministrazione saggia può trascurare il rapporto con le Associazioni ed il Volontariato, fondamentali innanzitutto per conoscere realmente i bisogni e le necessità della città ma anche e forse soprattutto per progettare insieme lo sviluppo della società. Non ci si deve limitare alla gestione delle emergenze, ma occorre passare ad una vera e propria progettazione comune, così come auspicato dai principi di sussidiarietà circolare».

I tre relatori sono partiti dalla domanda dell’incontro rimarcando un comune denominatore nella necessità di dare ascolto costante ai corpi intermedi. Il tema era affrontare i bisogni e costruire la società: da dove partire?

L’assessore regionale al Bilancio Guido Castelli è partito dalla sua esperienza da Sindaco, sul suo rapporto con i cittadini ricordando la citazione di Luciano Violante secondo la quale “il politico deve avere conoscenza, rispetto e coraggio”.

«Purtroppo – ha sottolineato con preoccupazione Castelli – la realtà sintetica nella quale stiamo vivendo sta producendo sconvolgimenti epocali nella nostra società e nei rapporti umani, l’intera comunità umana rischia la standardizzazione, per questo è necessario un recupero della relazione umana». Nel finale del suo intervento l’Assessore al Bilancio ha espresso una forte preoccupazione per il calo demografico che sta colpendo l’Italia e la nostra regione visto che nel 2040 se le tendenze non si invertiranno, le Marche perderanno 400.000 abitanti. 

«Meno persone: meno imprese. Meno pil, più povertà. Se non partiamo da questo dato è difficile costruire il futuro. Per questo – ha concluso Castelli – abbiamo assolutamente bisogno di #Prospettive, altrimenti avverrà come in quella celebre citazione di Soren Kierkegaard “La nave è ormai in preda al cuoco di bordo e ciò che trasmette al microfono del comandante non è più la rotta, ma ciò che mangeremo domani”».

L’intervento di Andrea Mancini si è soffermato sulla principale funzione della Caritas, quella educativa e pedagogica che risulta essere molto più importante dell’efficienza assistenziale, quella che consente di creare una società consapevole e migliore, pronta a prevenire e risolvere sul nascere le problematiche della società. «Il processo che si usa per affrontare il problema ha più importanza del risultato stesso, la speranza è quella – ha detto Mancini durante l’incontro – di poter ragionare non solo sui bisogni, ma sui sogni».

«Aspettare che qualcuno ci dica come fare a lungo è controproducente. Il desiderio di risolvere il bisogno del singolo poi va mescolato con il fare insieme e per fare insieme a volte occorre essere disposti a modificare anche il proprio percorso». Con queste parole la direttrice della CDO, Angela Tringali, ha voluto sottolineare come la spinta imprenditoriale debba poi trovare una naturale sintesi in un confronto collegiale che coniughi il bisogno con la possibilità e l’importanza per l’imprenditore di avere le condizioni, oltre al desiderio, per far fronte da solo ai bisogni.

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