Pesaro

Stato d’emergenza, Marche ammesse con riserva. Paolini: «Restiamo in attesa ma servono fondi»

Il presidente della provincia di Pesaro: «Prime risposte per l'Emilia, qui servono investimenti strutturali contro il rischio idrogeologico»

La foce del Genica a Pesaro

PESARO – Stato d’emergenza in seguito al maltempo di pochi giorni fa, le Marche ammesse con riserva. Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini commenta la decisione del consiglio dei ministri dopo l’approvazione del decreto legge per le aree colpite dall’alluvione. Approvato dunque il decreto con le misure d’emergenza per l’Emilia-Romagna. Per quanto riguarda invece le Marche, il governo al momento si è riservato di estenderlo ai territori colpiti. «Il governo ha dato alcune prime risposte ai territori colpiti dall’alluvione in Emilia Romagna. Approvando un’ordinanza di protezione civile che estende lo stato d’emergenza a tutti i Comuni che sono stati colpiti dalla seconda ondata dell’alluvione e che non erano previsti nella prima, con riserva di estendere lo stato d’emergenza anche ai territori delle Marche e della Toscana. Che però, a quanto detto dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni, necessitano di un altro percorso. Restiamo quindi ancora in attesa di capire quante risorse effettive arriveranno nel territorio».

Paolini chiarisce: «Teniamo conto che la situazione è in continua evoluzione: le ultime stime di danni, solo nelle strade provinciali, si aggirano intorno ai dieci milioni di euro. È un bilancio che cresce di ora in ora: è vero che a Pesaro e Urbino fortunatamente non si sono registrate vittime, ma anche noi abbiamo bisogno di aiuto e non possiamo farcela da soli». «Servono opere infrastrutturali – sottolinea Paolini -. Non possiamo agire sempre in emergenza: lavorando così si spende anche di più. Abbiamo bisogno di investimenti maggiori su ponti, condotte idriche, viabilità per evitare di ritrovarci di nuovo punto da capo alla prossima occasione». Infine: «È fondamentale che vengano adottati regolamenti di polizia rurale per la regimentazione delle acque. Spesso il sistema idrico non regge e i fiumi in piena nei campi fanno danni enormi», conclude il presidente della Provincia.

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