Pesaro

Sopravvivere in Dad, il percorso a ostacoli di una mamma pesarese

Irene è sola con due bimbe, il marito è fuori per lavoro. «Dopo Pasqua sarà dura non chiedere ferie o congedi»

PESARO – Vivere in Dad, o forse sopravvivere. E’ la storia di una tipica famiglia di quattro persone, con un percorso a ostacoli per arrivare a fine giornata.

Il marito è camionista e la partenza è fissata all’alba. Mamma Irene ha un lavoro per metà in smart working e per metà in presenza. Una bambina è all’ultimo anno della scuola dell’infanzia e l’altra è in terza alla primaria.

«Mia figlia di 9 anni ha 3 ore di lezione e la piccola deve portare avanti dei lavori, cosa che comporta avere un adulto a fianco. E’ una situazione non facile perché mi trovo a dover seguire i due bimbi anche mentre lavoro. Ci sono da stampare fogli, inviare verifiche, seguire i compiti, il tutto mentre ho riunioni e parte del lavoro in videoconferenza. Spesso lavoro mentre faccio mangiare le bimbe pur di seguirle durante la dad».

Qui entrano in gioco anche i nonni, il sistema di welfare più consolidato. «Sono costretta a chiamare le nonne a casa quando sono io in presenza e questo è un grande paradosso perché gli anziani sono la categoria più a rischio. Parte del mio lavoro è in presenza, anche stando attenti, non si può mai sapere. Anche in questo caso mi trovo dal lavoro a dover stampare fogli, compiti e verifiche e farle avere ai nonni».

Per aggiungere un po’ di suspense non poteva mancare la stabilità della connessione. «Abitiamo in collina, alla periferia di Pesaro e qui non sempre la linea è veloce. Anzi, è capitato alcune volte che si sia interrotta. In questi casi ci trasferiamo sui cellulari e anche le nonne hanno dovuto scaricare e imparare a usare, con non poca difficoltà, tutti i programmi nei loro smartphone. E’ una fase complessa, che deve essere momentanea, non certo strutturale. C’è anche tanta ansia, diciamo che così si potrà andare avanti fino a Pasqua, poi sarà davvero dura. Dovrò ricorrere a ferie e congedi. Bisogna capire che la scuola è essenziale non solo da un punto di vista dell’istruzione e socializzazione, ma anche familiare».

I genitori hanno già effettuato un sit in in Piazza del Popolo nei giorni scorsi e sono pronti a farsi sentire nuovamente.

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