Pesaro

Sanità Pesaro, Fulvi (Pd): «La Regione vuole depotenziare la sanità pubblica per agevolare quella privata»

La segretaria provinciale critica le scelte della giunta Acquaroli. «Il sistema sta andando verso una deriva preoccupante»

Rosetta Fulvi

PESARO – L’accusa è forte e arriva da Rosetta Fulvi, segretaria provinciale Pd. «Il giochino che sta mettendo in campo la Giunta Acquaroli è semplice: depotenziare la sanità pubblica per aprire i portoni alla sanità privata. Perfettamente in linea con le bugie e le promesse fatte in campagna elettorale che dopo tre anni di governo non hanno avuto nessuna risposta».

La Dem precisa: «Il Piano Socio Sanitario regionale rappresenta un bluff a tutti gli effetti. La nostra provincia è tra le più colpite da questa aggressione alla sanità pubblica – continua Fulvi – perché essendo zona di confine con l’Emilia Romagna, regione molto attrattiva per la qualità e la facilità di accesso alle prestazioni sanitarie, è un obiettivo di mercato strategico per la sanità privata. Quello che preoccupa è che a favorire tutto questo sia la Giunta Acquaroli con le sue scelte scellerate in materia di sanità: distruzione dell’azienda ospedaliera Marche Nord e quindi anche dell’Ospedale nuovo tra Fano e Pesaro da 630 posti letto, il progressivo grave indebolimento dell’Ospedale di Urbino a sostegno di quello di Pergola a cui non sono state fornite risorse professionali nuove. Poi la promessa del nuovo Ospedale di Pesaro di circa 400 posti letto, la nuova palazzina dell’emergenza all’Ospedale di Fano, la costruzione di un blocco operatorio futuribile all’Ospedale di Pergola, la ambigua riapertura di Sassocorvaro, Cagli e Fossombrone che in realtà non saranno mai dei veri Ospedali».

Fulvi chiude: «Quello che invece verrà realizzato sicuramente – precisa Fulvi – è la nuova clinica privata di 80 posti letto a Villa Fastiggi di Pesaro, che significa lo scippo dei 50 posti letto previsti per Fano dal Piano Socio Sanitario regionale della Giunta Ceriscioli. La clinica sarà pronta in tempi brevi perché il privato, a differenza del pubblico, ha una mission diversa dove il guadagno sostituisce la visione universalistica della sanità. Ma questa clinica privata è diversa da quello che abbiamo conosciuto, perché si occuperà degli “acuti” che sino ad ora sono sempre stati  una funzione propria del servizio sanitario pubblico e, non a caso, sarà dotata di blocco operatorio, terapia intensiva e degenza chirurgica.

Come farà un pubblico, non più adeguatamente sostenuto dal Governo nazionale e dalla Regione, a trattenere il personale sanitario rispetto alle migliori condizioni che il privato sta già offrendo? Siamo di fronte ad un regime di concorrenza a cui la sanità pubblica non dovrebbe essere sottoposta. Il sistema sanitario delle Marche sta andando verso una deriva preoccupante   a favore della sanità privata. E quando la sanità pubblica non verrà più finanziata resterà solo il privato a pagamento».

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