Pesaro

Sanità, Pd Pesaro: «Tempi d’attesa troppo lunghi, tanti ricorrono al privato: molti rinunciano a curarsi»

I Dem chiedono un cambio di passo alla Regione. «Nove mesi per uno screening, servono risposte. Siamo al collasso».

L'ospedale di Pesaro

PESARO – Sanità terreno di scontro politico. L’attacco alla Regione arriva dal Pd Pesaro.

«Stiamo vivendo uno dei tempi più bui per la nostra Sanità regionale, anche a causa dell’aggravante dell’evento pandemico del COVID e della Riforma della Sanità delle Marche. I Pronti Soccorso operano in situazioni collassate, si registrano la cronica carenza di personale socio-sanitario e le liste di attesa infinite. Ci giungono preoccupanti segnalazioni dai cittadini pesaresi e della nostra provincia, che denunciano la grave difficoltà ad accedere alle cure diagnostiche e specialistiche all’interno del Servizio Sanitario pubblico. Anziani con pensioni minime che si ritrovano con tempi di attesa lunghissimi per essere curati a dovere, costretti quindi a rivolgersi al privato per avere diagnosi in tempi accettabili. Anziani e famiglie che devono fare i conti con una disponibilità economica per vivere sempre più risicata, pur avendo il diritto all’esenzione dal ticket sanitario».

Tra i tempi di attesa, un esame mammografico va a oltre 9 mesi dalla prenotazione, lo screening preventivo del pap test ha risposte a 7/8 mesi. «Non tutte le donne si possono permettere di accedere alle strutture private, sostenendo costi che andrebbero poi a gravare sui conti familiari; la conseguenza è l’abbandono della prevenzione con gravi ripercussioni sulla salute della paziente stessa e a ricaduta una sconfitta per l’intero Sistema Sanitario nazionale – continua il Pd pesarese – Dai dati ISTAT, si evince che la Regione Marche sta registrando purtroppo una tra le peggiori situazioni rispetto alla media nazionale, per numero di cittadini che rinunciano alle prestazioni di cui avrebbero bisogno, e per mobilità passiva soprattutto dei pazienti della Provincia di Pesaro e Urbino che si rivolgono alla vicina Emilia-Romagna. Il privato in questo caso viene a supporto del pubblico e in questa situazione dobbiamo dire “grazie di esistere” per dare risposte in tempi consoni, evitando gravi conseguenze, che sarebbero altresì di competenza primaria della Sanità pubblica».

«La salute non può essere privilegio per ricchi – chiosa la capogruppo Anna Maria Mattioli – e uno stato civile e democratico non può permettersi di non dare risposte a tutte le classi sociali. E da Palazzo Raffaello si intravede solo un timido segnale di consultazione delle parti sul nuovo piano sociosanitario, che dovrà affrontare la medicina del territorio, le liste d’attesa, le reti cliniche, l’appropriatezza delle prestazioni e le modalità di collaborazione col privato. Sulla progettazione e costruzione del Nuovo Ospedale di Pesaro silenzio assoluto dalla Giunta Acquaroli. Non possiamo tutti noi permettere e accettare silentemente che un cittadino arrivi a dire “rinuncio a curarmi”».

© riproduzione riservata