Pesaro

Salute mentale e disturbi alimentari, casi in aumento a Pesaro ma mancano gli psichiatri

Il consigliere Andrea Biancani chiede un intervento della Regione. «Non ci saranno assunzioni, organico all'osso»

PESARO – Problemi di salute mentale e disturbi alimentari in crescita, ma mancano gli psichiatri.

A rilevarlo è il consigliere Andrea Biancani che chiede un intervento deciso della Regione: «Purtroppo, a fronte di un incremento generalizzato della domanda di questi servizi, si è assistito ad una progressiva diminuzione di medici in servizio nell’Unità Operativa Complessa di Psichiatria di “Pesaro e Fano” e nell’Unità dipartimentale “Disturbi del Comportamento Alimentare”, rallentando il funzionamento dei reparti e dei servizi e mettendo in difficoltà i malati, le loro famiglie e lo stesso personale».  

«Purtroppo, non ci saranno integrazioni di organico – spiega Biancani – Chiedevamo alla Regione di mantenere la promessa di potenziare i servizi di cura relativi alla salute mentale. La grave carenza di psichiatri sta infatti creando rallentamenti e allungando le liste di attesa e costringendo spesso le famiglie ad andare dal privato, ma la Regione ha deciso di rimandare le nuove assunzioni. Occorrerà attendere il nuovo piano del fabbisogno del personale, che richiederà diversi mesi per essere pronto e per vedere pubblicati i bandi di concorso».

L’organico ottimale della struttura di Psichiatria di Pesaro e Fano, con una popolazione di circa 280.000 abitanti, dovrebbe avere in servizio 28 psichiatri ma, al momento, sono 10, più il primario, poco più di un terzo rispetto a quanto previsto.

«Da tempo si stanno creando ritardi nella presa in carico, nell’erogazione delle prestazioni previste nei piani assistenziali individuali e difficoltà operative che rendono stressante il lavoro dei pochi psichiatri rimasti. Sono chiamati a gestire i ricoveri ospedalieri e ad occuparsi dei percorsi terapeutici territoriali presso i centri di salute mentale (a partire dall’attività di valutazione delle UMEA e UMEE), dell’assistenza nei centri diurni (gestiti da associazioni e cooperative come ad esempio CEIS, Alpha e T41), nelle strutture riabilitative residenziali extra-ospedaliere e nelle carceri. Va poi considerato che per carenza di personale sono già state chiuse le sedi distaccate nei Comuni di Pergola, Fossombrone, Mondolfo e Vallefoglia, togliendo servizi all’entroterra. La carenza di psichiatri sta creando difficoltà anche al centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare che, anche a causa della pandemia, negli ultimi anni ha registrato il raddoppio dei casi e in particolare di quelli più gravi. Attualmente a disposizione c’è un solo psichiatra la cui naturale assenza, per ferie o malattia, comporta il completo stop di parte dei servizi, a cominciare dalle prime visite necessarie alla presa in carico del paziente e non solo».  

«La Regione ha deciso di rimandare di diversi mesi, se non anni, le nuove assunzioni, rinunciando anche ad una riorganizzazione del personale sulla base delle reali esigenze all’interno della nuova azienda unica. A farne le spese sono, e saranno, i malati e le loro famiglie in primis e, in secondo luogo, i medici stessi che operano in condizioni di stress a causa degli eccessivi carichi di lavoro».

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