Pesaro

Ritrovamenti medievali in piazza a Pesaro, Loffreda: «Serviva uno studio sul foro romano, ma qui si preferisce sotterrare»

Il presidente del Corso di studi di Nuove Tecnologie dell'Arte di Urbino: «Bisognava approfondire con scavi non invasivi»

PESARO – Scavi e ritrovamenti di piazza del Popolo, lo storico dell’arte Pierpaolo Loffreda si dice «stupito dal fatto che non si sia avvertita la necessità di avviare un sondaggio approfondito (e quindi, eventualmente, una azione di scavo) sulla parte della piazza che ha ospitato, per quasi 700 anni, il Foro romano, con le sue meraviglie».

Il docente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino e presidente del Corso di studi di Nuove Tecnologie dell’Arte aggiunge: «Da lì venivano, presumibilmente, anche i Bronzi Dorati oggi ospitati a Pergola. Tutto ciò è di domino pubblico, attestato da pubblicazioni scientifiche e da ricerche artigianali già effettuate in zona. Inoltre le attuali tecnologie permettono una campagna di scavi non invasiva e limitata nel tempo, e dovremmo avere un Museo archeologico (che però è ancora chiuso, da 10 anni, e non ne è stato ampliato lo spazio, come sarebbe stato opportuno) ove collocare i reperti, dopo un loro attento studio».

«Mi permetto di dubitare che la presenza d’acqua abbia impedito di approfondire le ricerche in Piazza. Infatti non ce n’è al livello del Mosaico inferiore del Duomo (2,40 mt di profondità), né nel vano sotterraneo della Guercia, a due passi, dove i proprietari hanno trovato anni fa un mosaico romano (e siamo a 4/5 metri dal livello del suolo), né nella Domus di Piazza Matteotti, con una profondità accentuata, né nei locali dell’Idolino, sotto Palazzo Barignani, e neanche negli scantinati (di origine medioevale e rinascimentale), talvolta a due piani, dei tanti negozi che circondano la Piazza. A meno che non si parli dell’acqua piovana degli ultimi giorni, ristagnata a causa della presenza, nel sottosuolo, di strati di argilla. Se si fosse trovata dell’acqua di quella natura, si sarebbe potuta aspirare, come si fa in qualsiasi scantinato se si allaga. Ma nella Pesaro di oggi nessuno sembra interessato a scoprire alcunché, e a rendere ricca questa città (come è stata per due secoli in epoca romana). Si preferisce sotterrare, e dimenticare, come in molti casi ben noti».

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