Pesaro

Riforma sanitaria, addio Azienda ospedaliera. Biancani: «Livellamento verso il basso e smantellamento»

Il consigliere Pd critica la Regione. «Cancellare significa danneggiare l'intera provincia ed esporla a mobilità passiva»

L'ospedale di Pesaro

PESARO – La riforma dell’organizzazione del servizio sanitario regionale marchigiano ha previsto l’istituzione di cinque aziende sanitarie territoriali (Ast). Di conseguenza “Ospedali Riuniti Marche Nord” viene incorporata nell’AST di Pesaro e Urbino.

Addio Marche Nord, con qualche strascico polemico come spiega Andrea Biancani consigliere Pd: «Nella nostra provincia la Regione, per quanto provi a raccontare il contrario, in realtà continua smantellare gli attuali servizi sanitari e a mettere in discussione le eccellenze presenti.

Dopo la chiusura delle guardie mediche, la mancanza di medici sulle ambulanze, la carenza di personale medico per i pronto soccorso, la prevista chiusura del reparto di psichiatria a Pesaro, i continui cambi di idea sul nuovo ospedale, arriva la proposta di legge per abolire l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti Marche Nord, che attualmente gestisce gli ospedali di Pesaro e Fano.

La storia dell’Azienda Ospedaliera parte da lontano quando nel 1993 l’ospedale di Pesaro fu riconosciuto tra quelli ad Alta Specializzazione nazionale successivamente elevato ad Azienda Ospedaliera nel 1995, e nel 2009 si decise di aggregare a quella azienda anche l’Ospedale di Fano. Lo scopo era duplice: costituire reparti di eccellenza attraendo professionisti e contrastare la mobilità passiva, più forte proprio nel Nord delle Marche, grazie a servizi di qualità. 

Va detto che per quanto riguarda la mobilità passiva ancora non si sono visti i risultati sperati, infatti quello che mancava a Marche Nord, per svolgere al meglio la sua missione, era una struttura efficiente e all’avanguardia attesa da tempo. Da qui l’esigenza di costruire un nuovo ospedale. Ora che si stava andando finalmente verso la realizzazione della struttura, si decide invece di chiudere l’Azienda».

Per Biancani «un livellamento dei servizi tra tutto il territorio, ma non ha specificato che si tratta di un livellamento verso il basso che danneggerà tutta la nostra provincia e l’intera Regione, i suoi abitanti, una sanità che diventa sempre più Ancona-centrica. A rischio non è solo il destino degli ospedali di Pesaro e Fano, ma anche di Urbino e Pergola, insieme a tutti gli altri presidi del territorio. 

L’abolizione dell’Azienda a Pesaro e Fano va in questa direzione e indebolisce la sanità della provincia di Pesaro e Urbino che nel tempo perderà le eccellenze costruite in anni di lavoro e i nostri cittadini saranno costretti, ancora più di oggi, ad andare in Emilia Romagna e non solo, quando avrebbero potuto avere molti dei servizi anche qui.
La Regione in questi anni ha alimentato uno scontro tra i vari comuni per i servizi sanitari, mascherando quello che era il reale progetto, ovvero chiudere le eccellenze della nostra provincia».

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