Pesaro

Regolamento di polizia urbana Pesaro, si potrà cantare sugli autobus. Lugli (M5S): «Accolto il mio emendamento»

Il consigliere: «Era stato vietato ma siamo la città della musica Unesco, bisognava intervenire su questo aspetto»

PESARO – Regolamento di Polizia Urbana, si può cantare a bordo dei mezzi pubblici, aprendo a una città più inclusiva e musicale.

L’idea di Lorenzo Lugli, portavoce M5S è stata accolta in un emendamento. «Pesaro, città UNESCO creativa per la musica, non poteva cadere in una contraddizione così grande come vietare il canto sui mezzi pubblici. Stonava con il buon senso, con l’anima stessa di una città che vive di musica. Ho quindi presentato un emendamento che mirava a modificare una parte stonata di un importante opera di revisione del vecchio regolamento di oltre novant’anni fa, che non soffocasse la libertà di espressione che caratterizza la nostra città. Ringrazio di vero cuore la dottoressa Francesca Muzzini, Comandante della Polizia Locale di Pesaro, che ha accolto con favore la mia osservazione, dimostrando grande sensibilità e attenzione al tessuto sociale della città. Il buon senso ha prevalso e la norma è stata ammorbidita, limitando il divieto solo alle situazioni in cui oggettivamente si infastidisca conducente o passeggeri. Questo cambiamento rappresenta molto più di una semplice modifica regolamentare; è il riconoscimento che la musica, anche quella spontanea e non richiesta, è un patrimonio da custodire e valorizzare, non da reprimere».

Per Lugli un «cambio di paradigma che non riguarda solo il canto ma ha innescato una serie di riflessioni anche su altre parti del regolamento, dove comportamenti inizialmente previsti come sanzionabili sono stati rivisti, mitigati dalla comprensione che saranno punibili solo se realmente molesti. Un approccio più comprensivo verso comportamenti che venivano considerati come semplici reati. Ad esempio, chiedere l’elemosina all’interno dei mezzi pubblici non sarà più automaticamente sanzionabile, ma solo se particolarmente insistente e fastidioso. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale: l’accattonaggio è spesso un grido di aiuto, una richiesta disperata che merita comprensione e supporto, non punizione. Un passo di grande significato per una città che si conferma non solo come un luogo dove la musica può risuonare liberamente, ma anche come una realtà più inclusiva, più umana, più aperta, dove la solidarietà e l’empatia sono valori che contano».

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