Pesaro

Rapporto direzione antimafia: «A Pesaro soggetti collegati a cosche campane e calabresi»

Citata l'operazione Dirty Cleaning dove un fratello di un soggetto del clan Di Lauro diceva: «Sto coronavirus è un buon affare»

Direzione Investigativa Antimafia

PESARO URBINO – C’è una frase che ha avuto profonda eco anche nella relazione semestrale della Direzione investigativa Antimafia. Un rapporto relativo al secondo semestre 2020 in cui anche nella provincia di Pesaro arrivano le ramificazioni delle cosche.

La frase è relativa all’operazione Dirty Cleaning. «Sto coronavirus è stato proprio un buon affare». A pronunciarla un uomo sorvegliato speciale dal 2016 e fratello di un soggetto affiliato al clan Di Lauro. Il rapporto sottolinea: «In riferimento alle implicazioni connesse con l’epidemia da Covid-19 risulta di interesse l’operazione del 19 novembre 2020 svolta dal Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Rimini che nell’ambito dell’indagine “Dirty cleaning” ha eseguito il sequestro preventivo di una ditta di Pesaro operante nel settore delle sanificazioni tra Rimini e Pesaro indagando 4 persone per intestazione fittizia di beni. Dalle indagini è emerso che un pregiudicato napoletano, fratello di un soggetto affiliato al clan Di Lauro, dopo il primo lockdown e utilizzando una società intestata a un prestanome con sede a Pesaro aveva organizzato un redditizio giro di affari grazie alle sanificazioni di esercizi commerciali».

L’intercettazione ascoltata dai finanzieri

Il rapporto evidenzia che «nella provincia di Pesaro-Urbino sono state rilevate presenze di soggetti collegati alle cosche calabresi e campane, nonché dediti in particolare allo spaccio di stupefacenti e al riciclaggio». La Dia cita anche i sequestri ad affiliati alle cosche. Il 19 aprile 2020, tra le province di Rimini, Pesaro e Napoli, era stato eseguito il sequestro dei beni immobili, quote societarie e rapporti di conto corrente per un valore di circa 1 milione di euro, nei confronti di un soggetto originario di Giugliano in Campania, ritenuto elemento di spicco del clan Mallardo.

Con l’operazione “Darknet” la Guardia di finanza ha attestato l’esistenza di una compagine criminale guidata da personaggi legati ai napoletani Sarno e Casalesi con base a Cattolica ma con ramificazioni e interessi economici anche in altre province tra cui Pesaro.

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