Pesaro

Pesaro, raggi Uv e guaina: riparate le fogne di via Branca con una tecnica innovativa

L'intervento di Marche Multiservizi ha riguardato un tratto di 55 metri. È stato apportato senza scavare e senza produrre polveri. Ecco come

PESARO – Tecnologia innovativa e sostenibile per ammodernare la rete fognaria di via Branca. Dopo sole tre notti di lavoro, Marche Multiservizi ha concluso le opere di risanamento di un tratto fognario di circa 55 metri nella centralissima via Branca di Pesaro.

Per tre notti consecutive le attrezzature di lavoro sono state portate sul posto alle nove di sera e riportate via alle sei della mattina. Una modalità e velocità di esecuzione garantita dalla tecnica innovativa del relining che Marche Multiservizi da tempo utilizza per realizzare l’intervento in tempi contenuti e arrecare il minimo intralcio o disagio possibili alle attività commerciali della zona, ai cittadini e ai turisti.

Il lavoro, concluso la notte scorsa, rappresenta il secondo lotto dell’intervento di risanamento del collettore fognario di via Branca, la cui prima parte è stata realizzata a gennaio, sempre con la stessa modalità.

Questa innovativa tecnologia consente di rendere più resistente la condotta, senza la necessità di aprire uno scavo – per questo viene detta no-dig – e inserendo una guaina termoindurente all’interno della condotta esistente, attraverso il pozzetto di accesso alla rete fognaria.

La guaina, realizzata in tessuto e impregnata di una resina esterna, viene spinta all’interno della vecchia condotta, successivamente gonfiata ad aria fino a farla aderire perfettamente alle pareti della fognatura e, attraverso i raggi UV, trasformata in una struttura rigida e impermeabile.

Non è la prima volta che Marche Multiservizi utilizza questa tecnica che è applicata in via sperimentale già dal 2019 e oggi può dirsi consolidata, dati i risultati positivi riscontrati.

Con le tecniche tradizionali, infatti sarebbero occorse diverse settimane di lavoro con gli inevitabili disagi derivanti dalla presenza di un ingombrante cantiere in una delle vie più centrali della città.

Ma non scavare significa soprattutto contenere l’impatto ambientale dell’intervento riducendo il consumo di energia delle macchine operatrici e quello delle materie prime necessarie per la chiusura degli scavi, evitando la produzione di polveri e le emissioni di inquinanti e di rumore.

Una tecnologia di intervento che consente di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo 9 dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile di “Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione”.

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