Pesaro

Pronto soccorso e guardie mediche nel Pesarese, sulla carenza di personale Ruggeri (M5S) e Vitri (Pd) incalzano la giunta Acquaroli

Per la pentastellata è «insufficiente la risposta sulla carenza d'organico». La democrat: «Bene l'adeguamento dei compensi, vigileremo»

PESARO – Guardie mediche e carenza d’organico nel pronto soccorso pesarese, l’opposizione incalza la giunta regionale.

L’organico del pronto soccorso a Pesaro si è infatti sguarnito anche dopo la recente vicenda dell’ex primario Umberto Gnudi, passando da 36 medici previsti agli attuali 24, dei quali 4 dimissionari e altri 2 in aspettativa. «Continuerò a vigilare sulla situazione del pronto soccorso a Pesaro». La capogruppo consiliare dei 5 Stelle Marta Ruggeri attende la verifica dei fatti sulle dichiarazioni dell’assessore regionale Filippo Saltamartini. «In consiglio regionale – afferma Ruggeri – è stato descritto un quadro rassicurante, stridente però rispetto alle prolungate difficoltà del pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore».

«L’assessore sostiene di poter sopperire alle carenze di personale ricorrendo anche alla rotazione dei 106 medici impegnati in altri reparti che hanno specializzazioni equipollenti, oltre che con turni aggiuntivi».
Conclude Ruggeri: «Detto con estrema franchezza, il protrarsi delle difficoltà e disagi da me denunciati fin dallo scorso anno ha provocato forte preoccupazione sia tra gli operatori sia fra i cittadini, e si è fatto largo il timore che la soluzione possa essere la chiusura del pronto soccorso a Fano o che si ricorra alle cooperative per reclutare il personale mancante. L’assessore ha escluso entrambi gli scenari. Verificheremo la veridicità dei suoi impegni e della sua analisi. Rimane, inderogabile, la necessità di accendere un faro su Marche Nord. L’Azienda ospedaliera dovrebbe essere un argine alla mobilità passiva, ma continua a perdere medici, che preferiscono trasferirsi nella vicina Emilia Romagna oppure alle strutture private».

Altro tema di sanità, le guardie mediche. La consigliera Pd Micaela Vitri sottolinea: «Dall’ottobre scorso, nell’indifferenza della Giunta Acquaroli, – prosegue Vitri – ho denunciato la chiusura del servizio di guarda medica che è iniziata a Vallefoglia e Gabicce-Gradara per poi continuare come una catena a Pesaro, Cagli (turni ridotti), Mondavio, Mondolfo e Fano (con servizi garantiti solo nel fine settimana)».

«Da mesi dichiaro instancabilmente – aggiunge Vitri – che per riaprire la guardia medica occorre intervenire su due fronti: con contratti allineati alle altre Regioni (essendo inaccettabile che un medico di continuità assistenziale riceva 23 euro lordi all’ora per il proprio lavoro) e con  l’eliminazione delle incompatibilità che non consentono ai medici di accettare l’incarico. L’Assessore ha comunicato che è stato raggiunto un accordo importante in cui i medici che vanno a prestare servizio nelle postazioni attigue a quelle in cui si registrano le carenze saranno remunerati da 23 euro lordi a 40 euro all’ora – precisa Vitri – e questo rappresenta un risultato del gruppo PD e del mio impegno nel denunciare le carenze. Aggiungo che il compenso di 40 euro deve essere per tutte le guardie mediche e non solo per alcune postazioni».

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