Pesaro

Pronto soccorso, Biancani: «Medici a gettone per coprire i turni ma le spese della Regione sono folli»

Il consigliere: «Un medico a gettone per 4 turni prenderà quanto prende in un mese un medico interno con dieci anni di anzianità alle spalle»

PESARO – Carenza di personale al Pronto soccorso, è polemica sui medici a gettone.

Andrea Biancani, consigliere Pd ha presentato un’interrogazione. «I Pronto Soccorso della nostra provincia soffrono da tempo di una grande carenza di personale. Negli ultimi anni i concorsi usciti sono andati deserti impedendo un ricambio adeguato, le motivazioni sono molteplici: carenza generale di medici specializzati in Emergenza-Urgenza, impossibilità di svolgere anche la libera professione, alti livelli di stress, ma anche la bassa retribuzione rispetto ad altre specialità cliniche. Oggi diversi presidi, come ad esempio il Punto di Primo Intervento di Pergola e il Pronto Soccorso di Urbino, sono in crisi, con diverse decine di turni da 6 o 12 ore, completamente scoperti e ci sono, da tempo, difficoltà anche a Pesaro e Fano».

Ecco i correttivi. «Per risolvere il problema, la Regione Marche ha deciso di ricorrere sempre di più a società private di medici che copriranno i turni, venendo pagati a gettone. Il costo dell’ultima operazione approvata è di ben 600.000 euro per coprire pochi mesi nei servizi di Pergola, Urbino e nel Carcere di Pesaro. Un medico a gettone per 4 turni prenderà quanto prende in un mese un medico interno con dieci anni di anzianità alle spalle. Cifre folli, che non migliorano, per altro, la qualità del servizio, visto che, spesso, i medici a gettone non hanno le stesse competenze richieste ai medici interni per stare nei Pronto Soccorso, né la stessa esperienza».

«Da tempo, insieme alla Consigliera Vitri e al Gruppo Pd, chiediamo alla Regione di stanziare risorse per risolvere stabilmente il problema, in particolare alzando la retribuzione oraria del personale di questo reparto e bandendo nuovi concorsi a tempo indeterminato. Una soluzione parziale, sulla stessa linea, è arrivata da Roma, dove il Governo, a marzo, con il cosiddetto “Decreto Bollette” ha sancito un aumento dei compensi per le ore aggiuntive che il personale interno si rende disponibile a svolgere, che arriveranno a 100 euro lordi per il personale medico e a 50 euro lordi per gli infermieri. Lo stato ha fissato un limite di spesa per la Regione all’interno dei fondi nazionali per la sanità. Per le Marche parliamo di 1.279.708 euro per gli aumenti dei compensi del personale medico e di 511.883 euro per gli infermieri».

Biancani chiude: «Visto che, in questi giorni, è prevista una revisione dei budget destinati alle AST per gli aumenti dei compensi, ho presentato un’interrogazione per chiedere quante ore, di quelle messe a disposizione dai nostri medici, non saranno coperte con i fondi indicati nel decreto nazionale, invitando la Regione a mettere le proprie risorse per coprirle, con l’obiettivo di ridurre veramente il ricorso ai medici esterni».

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