Pesaro

Processo Carriera, i sindacati di Polizia: «Vuole passare come vittima di cospirazione, il suo post aizza gli animi»

Siulp, Sfp e Silp Cgil intervengono in risposta a un post su Facebook di Umberto Carriera rispetto al caso di diffamazione

La chiusura imposta al locale

PESARO – I sindacati di Polizia Siulp, Sfp e Silp Cgil intervengono in risposta a un post su Facebook di Umberto Carriera.

Il leader di #IoApro è intervenuto rispetto al processo che lo vede accusato di diffamazione contro il dirigente della squadra Mobile Paolo Badioli e diffusione di un video o audio carpito in maniera fraudolenta del momento in cui i poliziotti entravano nel ristorante di Carriera per notificare la chiusura visto che era rimasto aperto nel momento del lockdown. Video che ha innescato commenti, minacce e insulti nei confronti di Badioli.
Carriera si chiede perché i sindacati chiedano 84 mila euro di risarcimento.

Il post di Carriera

I sindacalisti Lanzi, Martini e Frega sottolineano: «Abbiamo deciso di costituirci parte civile nel processo per tutelare l’onorabilità e il rispetto dell’operato di tutti gli uomini che hanno partecipato all’attività e che, in conseguenza del messaggio lanciato sui social, sono stati oggetto di insulti, tacciati di scarsa professionalità, se non anche ritenuti responsabili di un abuso. Che il dirigente del servizio abbia sporto querela nei confronti del Carriera lo riteniamo un atto di responsabilità nei confronti di tutti i poliziotti che hanno partecipato al controllo, che ripetiamo è avvenuto nel rispetto delle basilari regole di educazione e nell’adempimento di uno specifico ordine teso all’applicazione della legge dello Stato. Anche gli altri operatori in conseguenza di quella pubblicazione sono stati tacciati o solo sospettati di aver commesso un abuso nei suoi confronti. Questo doppio binario non può essere certamente condiviso».

Siulp, Silp e Sfp chiudono: «Ricordiamo al sig. Carriera che più sentenze hanno ormai ribadito la responsabilità penale di chi gestisce un blog per aver consentito la pubblicazione di commenti ingiuriosi (che poteva quantomeno cancellare o impedirne la pubblicazione) sicuramente alimentati dal taglio volutamente dato alla pubblicazione “…Un’arroganza incredibile, nessuno si è identificato. Denuncerò ciascuno di loro….” Ogniqualvolta vi è un’udienza del processo che lo riguarda, anziché continuare ad aizzare gli animi professandosi vittima di una cospirazione, come nel caso del post pubblicato su Facebook, il sig. Carriera farebbe bene a riflettere sul suo operato e a non alimentare un sentimento di prevaricazione da parte degli operatori di polizia. Spieghi anche che non c’è stata nessuna arroganza e che non è vero che nessuno si è identificato!!! I poliziotti sono persone serie che fanno il loro lavoro nell’interesse della collettività e non devono essere il gioco per gli interessi di parte di alcuno. Invece di assumere un atteggiamento pilatesco per tutti i messaggi di insulti e di minaccia che ha alimentato col proprio post, faccia ammenda per quanto è successo e riconosca di aver sbagliato».

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