Pesaro

Polizia penitenziaria «Sit in davanti al carcere di Pesaro: clima teso e aggressioni»

Manifestazione davanti alla casa circondariale Villa Fastiggi. Tra i motivi anche la scarsa igiene e «l'ostruzionismo verso una distribuzione più omogenea dei turni»

Foto d'archivio

PESARO – Aggressioni, minacce, agenti feriti. È il momento della protesta per gli agenti della polizia penitenziaria che hanno indetto per giovedì 18 giugno un sit in davanti alla Casa Circondariale di Pesaro.

Osapp, Uilpa, Uspp, Cnpp protestano contro la Direzione del Carcere di Pesaro. «I motivi sono molteplici e nonostante i nostri vari interventi e denunce rivolte alla medesima Autorità Dirigente, poco o nulla è stato fatto – dicono Nichilo, Chiatti, Pistillo e Sconamiglio – pessima gestione del Personale di Polizia Penitenziaria con la distribuzione dei turni e dei posti di servizio in modo disomogeneo ed autoritario, discutibile amministrazione dell’Istituto da parte dell’attuale Direttore dalla quale ci saremo aspettati una serie di risposte e soluzioni alle varie problematiche che affliggono il nostro Istituto, ma di contro abbiamo visto solo ostruzionismo, flemma e tanta voglia di non cambiare lo stato delle cose.

Tutto questo ha una ricaduta negativa e devastante che rende il clima lavorativo, già di per sé difficile e complesso, carico di tensione e malumore dove trova terreno fertile il susseguirsi di aggressioni verbali e fisiche ai danni dei Poliziotti da parte della popolazione detenuta e questo non può essere più tollerato in uno Stato di diritto.
Ad aggravare le condizioni lavorative di tutto il Personale è lo stato fatiscente e la scarsa igiene che da anni contraddistingue negativamente il carcere di Pesaro, dalla caserma destinata agli agenti sino ai reparti detentivi dove sono evidenti le problematiche strutturali che rasentano la chiusura dell’Istituto.
Nonostante il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, ha dato la sua disponibilità ad incontrare le organizzazioni sindacali firmatarie, fino a quando non otterremo delle risposte e delle soluzioni tangibili e reali siamo intenzionati a prolungare lo stato di agitazione messo in atto ad oltranza».

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