Pesaro

Picchiata a Pesaro perchè lesbica, Pd e M5S: «Paese arretrato, basta discriminazioni»

Il gruppo assembleare Dem: «Degrado sociale». La pentastellata Ruggeri: «Stigma assurdo sulla omosessualità»

La bandiera Lgbt a Pesaro in Baia Flaminia

ANCONA – Solidarietà alla giovane ragazza picchiata e aggredita dai genitori perchè lesbica. Il gruppo assembleare del Partito Democratico commenta l’episodio di violenza avvenuto a Pesaro. E lo fa anche Marta Ruggeri consigliera M5S

«Esprimiamo anzitutto il nostro dolore e la nostra incondizionata solidarietà alla giovane rimasta vittima della violenza dei suoi genitori perché lesbica. Purtroppo casi come questo testimoniano quanto ancora sia arretrato un Paese dove l’identità sessuale e il diritto di amare liberamente un altro essere umano rappresentano non solo un limite per la felicità di tante persone, ma anche un rischio per la loro incolumità fisica. Casi come questo dimostrano purtroppo che l’omofobia, come ogni altra forma di violenza e discriminazione, oltre a essere una inaccettabile manifestazione di degrado sociale è un problema reale che tocca quotidianamente la vita di migliaia di cittadini. In tal senso, l’affossamento del Ddl Zan, avvenuto poche settimane fa, pesa come un macigno nella coscienza di chi ha ridicolizzato un dibattito serissimo e si è impegnato strenuamente affinché all’Italia fosse impedito di dotarsi di un provvedimento che la ponesse in linea con la migliore civiltà giuridica europea, facendone un Paese migliore in cui vivere e amare. Un vero e proprio dramma politico, sociale e culturale a cui andrà quanto prima posto riparo».

Anche Marta Ruggeri esprime «Sincera solidarietà, mia e di M5S, alla giovane pesarese che ha denunciato di essere stata presa a schiaffi per la sua omosessualità».
«La giovane pesarese – aggiunge Ruggeri – ha denunciato un episodio da ritenere grave, cui il suo racconto aggiunge un ulteriore elemento di intima sofferenza, attribuendo i maltrattamenti a un genitore in particolare e a entrambi la contrarietà esplicita nei confronti del suo orientamento sessuale. Tanto lavoro culturale deve essere ancora fatto, ma lo si farà, prima che la nostra società possa essere considerata del tutto rispettosa dell’individuo. Superare lo stigma assurdo che grava ancora sull’omosessualità è, in questo senso, un passo ineludibile verso diritti civili davvero compiuti e comincia dalla serenità di essere se stessi di fronte agli altri. Anche le rivoluzioni del costume, della comprensione e del rispetto reciproci, camminano sulle gambe delle singole persone: quanto più numerose siano, tanto più vicino sarà il risultato»

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