PESARO – Impianto Gnl, la petizione del comitato viene accolta dal Parlamento europeo.
A dirlo è Roberto Malini, attivista e autore della petizione n. 0276/2025 contro il progetto di impianto di liquefazione del metano a Pesaro, referente del Comitato Pesaro No Gnl. «Con una lettera ufficiale firmata dal Presidente della Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo, l’eurodeputato Bogdan Rzońca, è stato comunicato che l’istanza è stata dichiarata ammissibile. La petizione è stata ritenuta pertinente ai settori di attività dell’Unione europea e quindi degna di attenzione e di un’indagine preliminare da parte della Commissione Europea».
Il tema è l’ipotesi impianto liquefazione del gas. Il caso è balzato recentemente alle cronache scatenando reazioni delle associazioni e della politica. Non solo l’esposto, ma anche il ricorso al Tar.
Gli attivisti esultano: «Un passaggio decisivo: la Commissione europea è ora formalmente investita del compito di esaminare il progetto e valutarne la conformità con le direttive ambientali e i principi fondanti dell’Unione. Inoltre, la petizione è stata inoltrata, per conoscenza, alla Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare del Parlamento europeo.
Il documento allegato alla lettera riporta anche che il Ministero italiano dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha rilasciato, in data 8 gennaio 2025, la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) favorevole al progetto Fox Petroli per la trasformazione del deposito costiero di prodotti petroliferi in impianto di liquefazione del GNL. Tale approvazione è oggetto di pesanti critiche da parte di cittadini, comitati ed esperti, per numerose lacune documentali, assenza di pareri obbligatori e rischi ambientali e sanitari non considerati».
Malini chiude: «L’intervento europeo è il risultato di una lunga mobilitazione portata avanti dal Comitato Pesaro: NO GNL, che ha coinvolto anche giuristi e tecnici, presentando un esposto alla Procura della Repubblica, un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica e una richiesta formale di intervento alla Commissione Europea.
È un passo importante che testimonia quanto le istanze dei cittadini siano fondate e meritevoli di attenzione da parte delle istituzioni europee. Ci auguriamo che l’indagine della Commissione porti alla luce le gravi incongruenze del progetto e fermi una trasformazione industriale insalubre e pericolosa in una città che ha scelto la strada della sostenibilità e della cultura. La petizione, visibile sul portale del Parlamento Europeo, rappresenta oggi un punto di riferimento per la battaglia civile contro un progetto che minaccia ambiente, salute pubblica e vocazione economica di Pesaro».