Pesaro

Pesaro, Vieni Oltre: «Non dimentichiamo Glauco Mauri nell’anno della Cultura»

Pia Perricci, coordinatrice della lista: «Attore e regista simbolo della città, perchè non considerarlo?»

Il teatro Rossini, foto Luigi Angelucci

PESARO – Rivalutare l’attore e regista Glauco Mauri nell’anno di Pesaro Capitale della Cultura. Pia Perricci, coordinatrice della lista Civica Vieni Oltre si chiede: «Qual è il significato della parola cultura? Secondo i maggiori dizionari Italiani, la cultura é tutto ciò che concorre alla formazione dell’individuo sul piano intellettuale e morale con la conseguente acquisizione della consapevolezza del ruolo che gli compete nella società, ovviamente la cultura é anche il patrimonio delle conoscenze acquisite tramite lo studio. La parola “Cultura” riferita ad un luogo quindi, é l’insieme di tutti gli eventi, persone, monumenti, che hanno caratterizzato quel determinato luogo».

Di qui il focus su un pesarese: «Si vuole forse dire che, Glauco Mauri non è un simbolo della cultura di Pesaro? Per chi non sa chi sia Glauco Mauri, basta semplicemente dire che ha lavorato con i più grandi teatranti come ad esempio Vannucchi, Enrico Maria Salerno, Albertazzi e l’elenco sarebbe lungo. Ha partecipato a lavori televisivi della Rai. Ha diretto alla biennale di Venezia l’allestimento dell’Orestea. Glauco Mauri era (si fa per dire) conosciuto anche dai politici pesaresi del 2009 la cui Giunta comunale capitanata dall’ex Sindaco Ceriscioli all’unanimità (36 voti su 36), ha conferito a Glauco Mauri il titolo di cittadino onorario descrivendolo quale “stella pesarese nel firmamento del Teatro italiano”. Forse chi è giovane e preso dalle guerre partitiche interne ovvero dalla scelta se candidarsi alle elezioni europee o politiche del prossimo anno (vi sarebbe sempre la possibilità della Naspi), non ha avuto tempo per informarsi su una parte della Cultura di Pesaro, ma una “Pesaro della cultura” che si rispetti, non può prescindere dalla Cultura stessa, in fondo un paese vive di pane e cultura. Forse Pesaro è capitale della dimenticanza».

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