Pesaro

Pesaro Urbino, servono 4 milioni per il riscaldamento nelle scuole superiori. In cassa solo 600mila

Consiglio provinciale straordinario per l'emergenza caro bollette. Paolini: «Ridurre temperatura e palestre riscaldate solo per le scuole»

PESARO – La Provincia di Pesaro certifica l’emergenza. I soldi per pagare le bollette del riscaldamento e luce nelle scuole non bastano. Ipotesi bolletta da 4 milioni e in cassa ce ne sono 600 mila.

«Nei prossimi giorni parteciperemo a un’assemblea specifica dellUpi (Unione Province dItalia) convocata a Roma, in cui si discuterà dei grandi problemi legati all’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e dell’inflazione. Tutti gli enti locali sono nella stessa situazione». Lo ha detto il presidente Giuseppe Paolini nel consiglio straordinario convocato sul tema, aggiungendo che «presto organizzeremo un incontro con presidi, sindacati, sindaci, Ami e Adriabus per valutare come è possibile andare incontro a una situazione che definire allarmante è poco. Inviteremo anche le rappresentanze degli studenti». Il calo delle entrate, ha sottolineato Paolini, che si è soffermato sulla relazione stilata dal direttore generale Marco Domenicucci, riguarda per la Provincia «mezzo milione in meno alla voce Rc auto e due milioni e mezzo di euro in meno (di cui 500mila euro già eliminati in sede di assestamento a luglio, ndr) sull’Ipt».

C’è poi laumento dei tassi di interesse, «con maggiori oneri per il bilancio provinciale di 63mila euro sul 2022, 801mila euro sul 2023 e 834mila euro sul 2024». Quindi l’energia elettrica: «Ad agosto è entrato in vigore il nuovo contratto Consip, con conseguente esplosione della fatturazione mensile. Per gli uffici provinciali, siamo passati dai 6812 euro di luglio ai 37mila euro di agosto. Per gli edifici scolastici, la bolletta del mese di agosto ha raggiunto 85mila e 500 euro, a fronte dei 18mila e 500 euro di luglio».

Capitolo riscaldamento scuole: «Spese straordinariamente lievitate: da ottobre ad aprile del prossimo anno si stima un costo di quattro milioni e 100mila euro, rispetto al milione di euro riferito allo stesso periodo dell’anno precedente. Restano 616mila euro circa a bilancio per coprire le spese del riscaldamento fino al termine di dicembre. La ditta aggiudicataria del contratto di Global Service, che gestisce il servizio del calore per l’ente, ha richiesto inoltre pagamenti mensili. Entro 30 giorni dalla fatturazione».

Il presidente ha annunciato una soluzione tampone: «Da qui a fine anno si è concordato di trasformare in ore calore per circa 800mila euro alcune migliorie, non ancora eseguite, che la ditta si era precedentemente impegnata a realizzare in favore della Provincia». Questo, ha osservato Paolini, «dovrebbe consentire di garantire il riscaldamento fino a fine anno, senza effettuare tagli conseguenti alla riduzione delle entrate».

LA SINTESI – «È assolutamente necessario un intervento dello Stato – ha rimarcato il presidente -, altrimenti diventerà difficile impostare il prossimo bilancio di previsione». Nel frattempo, ha chiarito Paolini, «bisogna mettere in campo tutte le azioni possibili per contenere i consumi energetici». In particolare, per gli edifici scolastici, «organizzeremo incontri con i presidi per concordare con loro interventi finalizzati al risparmio energetico. Come ridurre le ore di calore, abbassare di un grado o due la temperatura, evitare le riunioni dopo le cinque del pomeriggio o in orario serale. E gli incontri con i genitori potrebbero essere tenuti in videoconferenza. Pensiamo anche a palestre riscaldate solo per le attività delle scuole o dei gruppi con diversamente abili o anziani. E non per gli altri utilizzi pomeridiani. Ma di tutto questo ne discuteremo insieme: vogliamo coinvolgere nella sensibilizzazione anche le rappresentanze degli studenti, per accrescere la consapevolezza». Infine: «Costituiremo un gruppo di lavoro coordinato dalla direzione generale per valutare investimenti finalizzati a rendere alcune strutture autonome sul piano energetico. Tramite impianti fotovoltaici, geotermici ed altre tecnologie, verificando la possibilità di intercettare finanziamenti agevolati o a fondo perduto».

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