Pesaro

Pesaro Urbino, perse più imprese nel 2022 che nel periodo della pandemia

Bordoni (Cna): «Bene l'export e alcuni settori. Ora debbono arrivare interventi urgenti in aiuto alle imprese a fronte della stangata sull’energia»

PESARO – Chiuse più imprese in questi primi sette mesi del 2022 che nel periodo di pandemia. Lo confermano i dati relativi ai primi sette mesi del 2022 della Camera di Commercio anche se alcuni numeri denunciano una flessione in alcuni settori.  

Da gennaio a luglio il tessuto delle imprese attive della provincia ha perso più imprese (-210) che non nel periodo della pandemia 2019-2021 (-91 imprese).

Le perdite del 2022 sono concentrate nell’agricoltura silvicoltura e pesca (-136 unità) ma non risparmiano manifatture (industria in senso stretto) e servizi (rispettivamente -28 e -55 imprese).

Tra i settori che più perdono imprese nel corso dei primi 7 mesi 2022 vi sono, oltre all’agricoltura, anche il commercio (-104 imprese) dove, però, la perdita percentuale (-1,3%) è solo la metà di quella dell’agricoltura (-2,6%).

I primi sette mesi dell’anno registrano solo per alcuni settori una battuta d’arresto nella tendenza a ispessirsi del tessuto di imprese. E’ il caso dei servizi di alloggio e ristorazione e di quelli di informazione-comunicazione dove il 2022 pone fine alla crescita del numero di imprese degli anni tra 2019 e 2021.

Per altri servizi, invece, prosegue il trend di aumento del numero di imprese: in alcuni casi rafforzandosi (attività professionali scientifiche e tecniche, attività artistiche sportive e di intrattenimento), in altri casi rallentando (servizi immobiliari, noleggio agenzie viaggi e servizi a supporto delle imprese).

Per settori come attività artistiche sportive e di intrattenimento, nel 2022 la crescita del numero di imprese attive si rafforza decisamente. Si rafforzano, anche se di poco unità, le imprese dell’edilizia e dell’impiantistica.

«Si tratta di un quadro a tinte chiaro scure – commenta Moreno Bordoni, segretario della CNA di Pesaro e Urbino – perché a fronte di alcuni dati oggettivamente negativi in alcuni settori, ne corrispondono altri che invece confermano una certa vitalità. L’aumento dei costi delle materie prime, il caro energia, l’inflazione, le tensioni internazionali hanno influito non poco in questi primi sette mesi dell’anno. Il clima di incertezza politica aggrava ulteriormente le cose».

Ma, secondo l’analisi di Bordoni «occorre leggere in positivo anche i dati relativi ad una sostanziale tenuta, pur in un quadro delicato e di grande incertezza, del nostro sistema economico. Da questo punto di vista confortano i dati sulle esportazioni e su alcuni settori come il mobile ma soprattutto la meccanica che viaggiano con il segno più.

Certo – conclude Bordoni – ora servono misure urgenti di aiuto alle imprese, soprattutto in direzione di una riduzione dei costi dell’energia. Le forme sono allo studio del Governo anche sulla base delle indicazioni della CNA. Ma occorre fare presto; le imprese non possono affrontare i prossimi mesi alle attuali condizioni di esercizio, soprattutto relativamente ai costi legati all’energia».

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