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Pesaro Urbino, franchising e bazar etnici: sempre meno botteghe artigiane in centro. Cna: «Meno 20% in dieci anni»

Pesaro resiste meglio di Fano e Urbino con -12%. Dati e analisi nel corso del convegno “Artigiani al centro”

PESAROSempre meno botteghe artigiane, quasi sparito il piccolo commercio. Sono in aumento ristorazione, food e beverage. In centro storico rimangono catene commerciali, negozi in franchising e bazar etnici. Ma in questo processo di metamorfosi dei centri storici che sembra inarrestabile, Pesaro se la cava meglio di Fano e di Urbino. E’ quanto emerso nel corso del convegno “Artigiani al centro” organizzato da CNA di Pesaro e Urbino in occasione de Le Piazzette dei Mestieri e dei Sapori, esposizione di prodotti artigianali ed enogastronomici della regione che ha animato con successo piazza del Popolo nell’ultimo week-end.

Nel corso dell’incontro, aperto dal vicesindaco Daniele Vimini e dall’assessore al commercio Francesca Frenquellucci, è emersa forte la necessità di invertire la tendenza e di riportare i mestieri del saper fare, dell’inventiva e dell’unicità del prodotto nelle vie del centro.

Nei tre comuni considerati l’artigianato perde considerevolmente imprese durante gli ultimi dieci anni; il numero di
imprese artigiane cala però assai più a Fano e Urbino che non a Pesaro: -20,4% a Fano, -20,2% a Urbino e “solo” – 12,8% a Pesaro passate da 2752 imprese artigiane a 2400.

Per Cna riportare botteghe, negozi di vicinato, laboratori d’arte significa non solo ridare dignità alla città ma anche connotarle con una identità più forte e meno omologata. In questo senso si inserisce anche l’azione di Cna che già in tempi non sospetti aveva lanciato l’idea di agevolare l’insediamento di botteghe e piccoli negozi suggerendo alle istituzioni di mettere in campo agevolazioni (riduzione dei tributi comunali per almeno tre anni; agevolazione per i canoni di affitto dei locali; etc.). «Ma – come ha ricordato nel suo intervento il segretario CNA Marche, Moreno Bordoni – stiamo dando forte impulso anche al progetto “Botteghe scuola” per consentire ai giovani di non disperdere il saper fare dei nostri maestri artigiani e per rendere più attrattive l’ingresso delle nuove generazioni nell’artigianato».

Molti i dati illustrati dal Giovanni Dini, direttore del Centro studi CNA Marche, con una fotografia dettagliata sul commercio e l’artigiano di Pesaro, Fano e Urbino. Dati commentati nella sua relazione anche dal professor Ilario Favaretto dell’Università di Urbino. «I dati saranno preziosi non solo per le istituzioni ma anche per chi dovrà aprire e localizzare una nuova attività in centro. Avere una fotografia esatta servirà in futuro ad evitare errori; come improbabili opere di ristrutturazione di centri senza anima, destinati ad ospitare più attività, ma che finiscono per essere semivuoti se non deserti».

«Riportare le botteghe e i negozi di vicinato in centro non è semplice – ha aggiunto Francesca Petrini, presidente nazionale di CNA Agroalimentare – così come ridare dignità alle nostre campagne e ai borghi delle Marche che, esattamente come i centri delle città, vivono un preoccupante fenomeno di spopolamento. Occorre – ha detto la Petrini – vincere questa globalizzazione e spogliazione delle nostre tradizioni con la qualità, la genuinità delle produzioni e l’unicità dei prodotti».

A chiudere l’iniziativa il presidente di CNA Pesaro e Urbino, Michele Matteucci, che ha ricordato anche «le difficoltà delle attività a reperire mano d’opera rilanciando il tema dei temi: quello della formazione essenziale non solo per l’industria ma, soprattutto per il mondo dell’artigianato e della piccola e media impresa».   

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