Pesaro

Pesaro Urbino, export sopra i livelli pre-covid

Il valore delle esportazioni è di 770 milioni nel primo semestre. Rossini (Cgil): «Da capire se è un rimbalzo della crisi o valore strutturale». In difficoltà il settore agroalimentare

PESARO – Ammonta a 770 milioni di euro il valore delle esportazioni della provincia di Pesaro Urbino nel secondo trimestre del 2021, che registrano non solo il pieno recupero dei volumi persi nel 2020, condizionato dall’emergenza Covid, ma anche una crescita del 9% rispetto allo stesso periodo del 2019; crescita superiore sia a quella che ha caratterizzato l’intero territorio nazionale (+6,5%) sia a quella delle Marche (+3,5%).

I dati ISTAT elaborati dall’IRES CGIL Marche

«Se si escludono la farmaceutica e la produzione di navi e imbarcazioni, che hanno dinamiche specifiche, i volumi complessivi di export nella provincia di Pesaro Urbino nel secondo trimestre dell’anno ammontano a 765 milioni, con un incremento di 63 milioni, ovvero 9% rispetto al 2019. Dunque è pienamente recuperato il pesante effetto economico che l’emergenza Covid ha prodotto sulle imprese e sull’export”, dichiara il segretario generale Cgil Pesaro Roberto Rossini.

È la meccanica il settore che traina la crescita delle esportazioni con 44 milioni più dello stesso periodo del 2019, pari a +9,8%. Buoni risultati anche per il mobile con un incremento di 13 milioni (+17,1%).

Ancora difficile la situazione del settore agroalimentare dove non si è recuperato il pesante calo del 2020 e mancano ancora all’appello 6 milioni di esportazioni rispetto al 2019 (-22%). Così come i settori moda e gomma plastica dove si è recuperato il crollo del 2020 ma mancano ancora rispettivamente 2,7 milioni (-7,3%) e 5 milioni (12,4%) di esportazioni rispetto al 2019.

 «I dati dell’export sono oggettivamente positivi ed evidenziano una dinamica di marcato ‘rimbalzo’ – aggiunge Rossini – della produzione verso l’export dopo la fase di forte contrazione del 2020 dovuta alla pandemia. Ora vedremo nel corso del 2021 e nel prossimo anno se questa dinamica sarà semplicemente una reazione contingente alla crisi che abbiamo vissuto oppure se questi livelli saranno confermati e mantenuti anche nei prossimi trimestri dell’anno e soprattutto nel prossimo. Molto ancora di questa “partita” ci resta da giocare in termini di politiche industriali e produttive a sostegno del tessuto produttivo e del lavoro della nostra provincia e dell’intera regione. L’auspicio è che le risorse del PNRR vengano intercettate e spese in modo efficiente e utile per sostenere e riformare alla radice, nella direzione della sostenibilità ambientale e degli investimenti tecnologici e digitali, l’impianto dell’intero sistema produttivo».

Escludendo la nautica e la farmaceutica, risultano molto differenziate le dinamiche nelle diverse province marchigiane. La provincia di Ancona è quella dove si registra l’incremento più sostenuto dei volumi di export (+12,1%), seguono quella di Pesaro Urbino (+9,0%) e Macerata (+2,6%). Ancora pesante il calo nella provincia di Ascoli Piceno (-5,8%) e soprattutto in quella di Fermo (-15,8%).

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