Pesaro

Pesaro, il teatro Rossini e l’Auditorium Pedrotti nei 60 monumenti nazionali. Mattioli: «Ma il Governo non mette risorse»

La capogruppo Pd: «Niente fondi per la rivalutazione e sostegno dei progetti legati al settore cultura di tutto il comparto artistico dei teatri stessi»

Il teatro Rossini, foto Luigi Angelucci

Pesaro – Teatri storici, il Rossini e il Pedrotti nella lista. Ma ci sono dubbi sulle risorse.

«La notizia dell’approvazione alla Camera della Legge che include 60 teatri storici marchigiani nella dichiarazione dei monumenti nazionali rafforzando la candidatura UNESCO, sarebbe stata di straordinaria portata e di alta rilevanza storica se non fosse che lascia trapelare tutta la fragilità di una Legge non supportata da alcuna copertura finanziaria – sottolinea la capogruppo Pd Anna Maria Mattioli, Presidente Commissione Cultura del Comune di Pesaro – L’annuncio trionfale dai banchi del gruppo Lega si è levato dall’on. Giorgia Latini che da vicepresidente della Commissione Cultura alla Camera ha presentato un emendamento, poi approvato, per ampliare il novero dei teatri storici ai quale conferire il riconoscimento di monumenti nazionali; ma il conferimento del titolo non trova seguito in alcun capitolo del bilancio finanziario governativo dal quale attingere i fondi necessari per la rivalutazione e sostegno dei progetti legati al settore cultura di tutto il comparto artistico dei teatri stessi. La gratitudine mia e quella dell’assessore alla Bellezza Daniele Vimini, anche a nome di tutto il PD Pesaro, la rivolgiamo al delicato quanto proficuo compito dei nostri parlamentari del gruppo PD, tra i quali l’on. Irene Manzi la quale si è spesa non poco per l’inserimento nella lista dei teatri marchigiani di elevato valore storico in prima istanza esclusi, come il Teatro Rossini e l’Auditorium Pedrotti di Pesaro, luoghi simbolo e con tutte le carte in regola per l’ottenimento dell’alto riconoscimento. Ci saremmo aspettati che il Governo e il Ministero della Cultura contestualmente a questo annuncio, avesse predisposto un cambio di passo fondamentale e trovato i finanziamenti necessari al sostegno di tutto il comparto teatrale. Occorrono risorse umane, finanziarie, tecnologiche e strumentali volte all’esercizio di attività di conservazione, manutenzione, promozione e valorizzazione degli spazi fisici e i servizi aggregati di alto valore sociale quale può essere un teatro storico».

Per Mattioli «Un’altra occasione mancata, come quella del governatore Acquaroli che ha destinato il minimo sindacale a Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura, dimostrando nei fatti di non aver saputo cogliere la straordinaria opportunità culturale e turistica per tutta la Regione Marche. Anche in questo caso, si approva una Legge che ci conferisce un titolo, ma per quanto prestigioso resta privo di sostegno economico fondamentale per la sussistenza e il mantenimento dei teatri storici pesaresi e marchigiani, a scapito di tutto il settore lavorativo che vi opera all’interno».

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