Pesaro

Pesaro, tavoli listati a lutto e sit in piazza: «Pazienza e soldi sono finiti»

Striscioni e cartelli, poi l'intervento di ristoratori e gestori di locali e palestre. Il sindaco: «Le risorse devono arrivare rapidamente»

PESARO – Ancora in piazza, ancora il grido di dolore di ristoratori, gestori di locali e di palestre penalizzati dal Dpcm che ha imposto la chiusura alle 18.

Il mondo Horeca è sceso in piazza del Popolo a Pesaro con tavoli apparecchiati a lumino e simboli listati a lutto.

Mario Di Remigio presidente dei ristoratori ha parlato delle difficoltà del momento per la categoria, i suoi dipendenti ma anche per la filiera che c’è dietro e che arriva ai produttori delle materie prime.

Un tavolo listato a lutto

Poi il mondo Horeca con Marco Paolini che ha sottolineato come i locali siano vita, vita sociale ma anche vita per i dipendenti.

Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, sceso in piazza insieme al sindaco di Fano Massimo Seri, ha sottolineato: «In questi giorni tutti voi avete rispettato le regole. Qualcuno, per una cattiva pubblicità personale, ha rischiato di mettere in cattiva luce un’intera categoria. Imprenditori che vanno ascoltati nel dolore, nella difficoltà di vedere chiudere i propri locali e di arrivare a fine mese. È un momento triste per ognuno di noi, anche per chi fa il sindaco come me».

Poi continua: «Non è facile trovare il punto d’equilibrio tra emergenza sanitaria ed economica. Il ministro dell’Economia ha detto che ieri sono partiti un miliardo di bonifici, nei prossimi giorni verificheremo che siano arrivati realmente nei vostri conti correnti. Le risorse devono arrivare rapidamente nelle tasche di chi ne ha bisogno. Per questo chiediamo velocità al Governo, più aiuti alla Regione e garantiremo anche noi, come Comune, il nostro impegno».

Di fronte, un periodo di chiusure e aperture a fisarmonica, «Che dipenderanno dall’andamento dei contagi. Attualmente siamo una delle città meno colpite, ma i casi stanno aumentando. Quanto durerà questo periodo? Realisticamente fino alla primavera. Fino a quel giorno dobbiamo cercare di stare vicini e aiutarci a vicenda, consapevoli che il virus non l’hanno inventato né i musicisti, né i ristoratori, tantomeno i sindaci».

Lo striscione in piazza

Torneremo a fare festa, «Sapete quanto abbiamo fatto in questi anni per rendere la città sempre più vivace e attrattiva. Quando la vedo spegnersi è un colpo al cuore. Non dobbiamo dimenticarci i morti e tutto il dolore che abbiamo passato. Non sapete quanta voglia ho di organizzare una grande festa cittadina, dove si balla, si suona, si sta insieme e si fa festa. Lo faremo, ma oggi non si può.  Prima sconfiggeremo il virus, prima ritorneremo a fare festa e voi (il riferimento ai ristoratori e alle scuole di danza presenti in piazza ndr) tornerete a lavorare. La nostra porta è sempre aperta».

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