Pesaro

Roberto Bracci, il medico guarito: «Un messaggio di speranza per tutti»

Il professionista di Pesaro è stato il primo della categoria a essere positivo al Coronavirus. Ora torna al lavoro: «Sapevo di avere a che fare con un male sconosciuto. Però possiamo farcela»

Roberto Bracci, medico di base pesarese

PESARO – Il primo giorno di lavoro dopo aver vinto la battaglia contro il Coronavirus. È stato il primo medico di base della provincia di Pesaro a risultare positivo e il primo a guarire.

Roberto Bracci, 67 anni, vuole lanciare «un messaggio di grande entusiasmo e speranza per tutti. Sono momenti in cui ogni giorno si leggono di persone morte, bisogna far trasparire anche positività».

Bracci è tornato nel suo studio in via Branca a Pesaro. Non visita pazienti, ma fornisce consulenze, invia ricette elettroniche e richiede tamponi.

«Alcuni ricoverati stanno rientrando a casa e questo è un segnale positivo. Non è finita, però ho la sensazione che stiamo superando la parte più brutta. Dunque occorre lottare e infondere fiducia».

Il medico ricorda quando il 28 febbraio ha avuto la febbre. «Ho avuto subito il sospetto di essere stato infettato perché un mio paziente che avevo visitato poco prima era stato intubato. Il 3 marzo ho avuto la conferma dal tampone: ero positivo al coronavirus. Sono stati 11 giorni molto difficili, con febbre a 38,5 e difficoltà respiratorie. Sono uno sportivo e sono un medico, so auscultare il torace e capire se ci fosse pericolo. Ma avevo la sensazione di aver a che fare con un male sconosciuto. Visto cosa stava accadendo intorno, avevo il timore che potesse virare in maniera grave. Questo ci deve far capire come le persone malate a casa possano avere paura o non rendersi conto di cosa sta per accadere. I pazienti mi hanno cercato per essere informati delle mie condizioni. Li ho tranquillizzati e incoraggiati. Alcuni di loro hanno contratto il coronavirus e sono guariti, altri sono in via di guarigione. Continuo a sentirli e dar loro speranza».

Bracci ha tenuto duro: «Ho effettuato nuovamente il tampone e sono guarito. Sono stato il primo tra i medici di base a contrarlo assieme ad almeno una dozzina di colleghi, il primo a guarire. Quindi torno al lavoro con grande entusiasmo e per dare un messaggio di speranza a tutti. Si può guarire e il numero sta aumentando».