Pesaro

Pesaro, ristorazione in lutto: addio a Giacomo Grossi, titolare della “Capannina”

Con i familiari era il titolare di uno dei ristoranti più conosciuti e frequentati della città. Aveva 50 anni ed era un grande appassionato di moto

Foto tratta dalla pagina facebook del ristorante la “Capannina”

PESARO – È morto Giacomo Grossi. Aveva 50 anni e lottava contro un male. Era il titolare, assieme ai genitori, alla moglie Lucia e alla sorella Giuseppina di uno dei ristoranti più conosciuti e frequentati della città, la ‘Capannina’, al sesto tornante della panoramica San Bartolo. Era un appassionato di moto e proprio sul profilo Facebook del ristorante, il messaggio di cordoglio: «Giacomo ci ha lasciati, vogliamo ricordarlo in piega fra le sue curve» riferendosi alla passione per le moto.

Il rosario si terrà martedì 4 Gennaio alle ore 19, chiesa di Soria, mentre i funerali verranno celebrati mercoledì 5 Gennaio alle ore 10.30, chiesa di Soria.

Andrea Biancani, amico di Grossi lo ricorda così: «La scomparsa di Giacomo mi ha lasciato senza parole, con una profonda tristezza nel cuore. Lo conoscevo da sempre, da quando, fin da bambino, ho iniziato a frequentare la Capannina, un luogo di riferimento per tutti i pesaresi e non solo. Il 6° tornante è un luogo identitario per tutti gli appassionati delle moto che fanno tappa nel grande piazzale, affacciato sul mare. Alla Capannina ho trascorso centinaia di serate, un posto dove stavo bene e dove sentivo il calore della famiglia Grossi. Giacomo c’era sempre. Gentile, educato, sempre discreto, mai sopra le righe. L’ho sempre considerato un amico anche se fuori dal suo locale non ci siamo mai frequentati. Ma c’era un legame difficile da spiegare, che si instaura quando frequenti per una vita un luogo e la sua gente. Ho partecipato a numerosi eventi motociclistici alla Capannina. Ricordo in particolare quelli del “6°Tornante”, dove erano invitati a sfilare tutti i motociclisti per “sfidarsi” nella migliore piega dell’anno, in una grande atmosfera di festa. Nel 2019 mi hanno voluto addirittura premiare nonostante le mie pieghe non fossero delle migliori, un gesto di sensibilità e di affetto da parte di Giacomo nei miei confronti. Mi ha colpito la forza e la dignità con la quale ha reagito alla malattia, non fermandosi mai fino all’ultimo. Ci mancherà tantissimo».

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