Pesaro

Pesaro, restaurati i balconi del palazzo della Camera di Commercio

Una sede esempio di architettura razionalista e monumentale. Il presidente Sabatini: «Valorizzare il patrimonio è una mission»

I balconi della Camera di Commercio

PESARO – Restaurati i balconi del palazzo della Camera di Commercio. Un palazzo intriso di storia, architettura e decorazione.

La sede pesarese della Camera di Commercio delle Marche nasce come Palazzo dell’Economia Corporativa nel 1936: da quando venne inaugurata ha sempre costituito un luogo di lavoro e di servizi, facendo parte integrante della quotidianità dei cittadini.

Per la realizzazione della sede delle Corporazioni viene bandito un concorso di progettazione nel 1933 in un’area liberata dalle demolizioni del cosiddetto ghetto ebraico. Ne risulta vincitore il progetto firmato dal gruppo romano Mario Paniconi e Giulio Pediconi, che ultimano l’edificio in soli tre anni.

Questo periodo va infatti sotto il nome di “stagione dei concorsi”: a Pesaro ad esempio negli stessi anni viene bandito anche il concorso per il Palazzo Comunale. La stagione dei concorsi costituisce una palestra in cui si possono esercitare specialmente i giovani architetti. E questi giovani, quali sono allora Giulio Pediconi e Mario Paniconi, mostrano un’architettura che, benché nutrita delle idee internazionali, prosegue le linee ideali delle grandi tradizioni nazionali. Questo periodo in architettura può essere definito dall’illuminante ossimoro di una “nuova epoca arcaica”. Con questi presupposti, un’intera generazione di architetti si appresta a modificare, con una gran quantità di opere pubbliche, il volto delle nostre città senza mai di uscire dalla continua battaglia tra razionalismo e monumentalismo.

Nel Palazzo dell’Economia Corporativa il linguaggio che ne risulta è austero e rassicurante al tempo stesso, sintetizzato come Razionalismo mediterraneo.

Anche l’apparato decorativo dell’edificio è parte integrante del progetto: per i rilievi in pietra posti sui parapetti dei balconi della sala del consiglio viene scelto Oddo Aliventi, mentre la decorazione per la Sala del Consiglio viene affidata a due artisti romani, Paolo Medici e figlio, che eseguiranno un pannello policromo ad intarsi marmorei a rilievo con un disegno inciso, ancora visibile. Altre decorazioni sono state rimosse o sostituite in quanto presentavano rimandi troppo espliciti al Fascismo.

La parete di fondo della scala, ad esempio, ospita oggi dei rilievi ceramici di Bruno Baratti del 1969, raffiguranti le varie attività produttive e artigiane.

In definitiva quindi, i rilievi dei balconi che oggi la Camera restituisce al suo splendore, costituiscono l’apparato decorativo più rilevante originario.

Il Presidente Sabatini ha sottolineato «il ruolo di Camera Marche per la valorizzazione del patrimonio culturale dei territori: paesaggistico, architettonico, ambientale. Il prossimo step del nostro programma “Camera con Vista” che ha al centro le vedute dei nostri edifici storici proseguirà con l’illuminazione del retro della Loggia dei Mercanti ad Ancona la prossima settimana».

Il tavolo dei relatori

Il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha espresso grande soddisfazione per i lavoro dell’Ente camerale che si inserisce perfettamente nella strategia di promozione cittadina e in particolare dell’asse urbano centro mare.

Presenti anche il Vice Presidente della Camera di Commercio Salvatore Giordano che, in rappresentanza anche del Conservatorio Rossini, ha posto l’attenzione sui bassorilievi dei balconi opera di Oddi Aliventi appena restaurati che rappresentano anche strumenti musicali oltre a colline, elementi di marineria, simboli del teatro e tutti gli altri emblemi delle attività produttive del territorio. In sala consiliare anche il Vice Sindaco del Comune di Pesaro e Assessore alla Bellezza Daniele Vimini, il Prefetto di Pesaro Vittorio Lapolla, il componente di Giunta camerale con delega all’Agricoltura Tommaso Di Sante e il Presidente dell’Azienda Speciale della Camera di Commercio dedicata ai settori di Mobile e Meccanica “Tecne”, Moreno Bordoni. «Questo era un palazzo dell’economia corporativa, i rilievi ceramici di Bruno Baratti nelle scale ci parlano delle diverse attività produttive, dalle reti dei pescatori ai viaggi spaziali: nella pulizia di quei disegni rivedo la cura dei lavori ben fatti dei nostri artigiani, la meccanica, il mobile. Comparti che con la nostra azione come azienda speciale ci dedichiamo appunto specialmente». Presente anche il curatore del restauro Massimo Angelani che ha consentito prima di Natale la restituzione dei bassorilievi al loro originario nitore e cromatismo.

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