Pesaro, polemica militari in città. Lugli (M5S): «Narrazione falsata»
Pesaro

Pesaro, polemica sui militari in città. Lugli (M5S): «Dal centrodestra narrazione falsata»

Il consigliere pentastellato: «Fdi gonfia episodi, così si lede la dignità della città. Non siamo in guerra»

PESARO – Polemiche sui militari in città, nella ridda di reazioni si inserisce anche Lorenzo Lugli del M5S.

«La proposta di Fratelli d’Italia di schierare militari alla stazione ferroviaria, in piazzale Matteotti e al parco Miralfiore non è solo fuori luogo: è un colpo alla dignità di Pesaro. La coordinatrice Serena Boresta parla di “zone calde” da presidiare, ma dimentica che la nostra città non è in guerra. Non servono caschi blu, corpi speciali e nemmeno le Sturmtruppen per pattugliare luoghi di incontro, sport e cultura, come il Miralfiore, frequentato da famiglie e cittadini tranquilli. Gli ultimi controlli della polizia locale dimostrano che le forze dell’ordine esistono e funzionano. Pretendere l’esercito per problemi di microcriminalità è un abuso: i militari servono per emergenze vere, usarli come scenografia per una “crisi di paura” inventata è inaccettabile».

Lugli prosegue: «La narrazione dell’“emergenza sicurezza” è un trucco vecchio come il mondo: si gonfiano episodi isolati per dipingere Pesaro come una città in preda al caos. Ma chi vive qui sa che non è vero. Non ci sono bande armate né quartieri invasi dalla delinquenza. Dipingere Pesaro come una città assediata da “bande di malviventi” è una narrazione tanto falsa quanto offensiva per chi qui vive e lavora. Qualcuno, però, ha deciso di cavalcare l’onda dell’insicurezza dove il nemico è sempre l’altro, mai i tagli ai servizi imposti dal governo che è dello stesso partito. Pesaro merita di più. merita politiche concrete, non slogan. Investire su illuminazione, videosorveglianza, inclusione sociale e rigenerazione urbana, non su una retorica che alimenta paure per ottenere consensi. I cittadini non siano complici di questa propaganda: difendiamo la nostra comunità e chiediamo di rispettare la realtà dei fatti. La presenza militare rischia di alimentare una narrazione allarmistica, dannosa per la comunità. Le politiche efficaci sono quelle che combinano prevenzione strutturale, governance locale e innovazione sociale, senza trasformare la città in un campo di battaglia. La vera sicurezza si costruisce con lavoro, cultura e servizi, non con il copione stucchevole di chi vuole trasformare una piazza in caserma».