Pesaro

Pesaro, omicida ai domiciliari per lo svuota carceri, ma dopo minacce torna dentro

Il protagonista è un 41enne pesarese che uccise il rivale in amore nel 2010. Una volta a casa ha iniziato a telefonare a un conoscente, revocato il provvedimento

Foto d'archivio

PESARO – Torna libero omicida per il decreto svuota carceri volto a contenere il rischio da contagio da covid-19, tempo una settimana e finisce nuovamente dentro dopo svariate minacce a un conoscente.

Il protagonista è G. B., 41 anni, di Pesaro, condannato nel 2010 con rito abbreviato a 16 anni e 4 mesi perché accusato dell’omicidio del rivale in amore.
Gli mancano 4 anni da scontare, ma visto il decreto che mira a evitare il sovraffollamento nelle carceri e l’esposizione al contagio, era stato portato agli arresti domiciliari.

Una volta a casa ha iniziato a tempestare di chiamate una persona, con continue minacce finché è arrivata la denuncia ai carabinieri. Il magistrato ha quindi revocato il provvedimento e l’uomo è tornato in carcere.

Il 41enne il 6 giugno del 2010 aveva commesso un omicidio nell’androne di un palazzo di via Giolitti dove viveva la sua ex. Lui non accettava la fine della loro relazione. Quella sera, il rivale, andò a cena dalla donna. Tornò a casa a prendere il coltello e in preda alla gelosia si arrampicò sulla cola fino a raggiungere il balcone dell’appartamento della donna. Qui vide cosa stava accadendo così decise di piazzarsi sulla strada ad aspettare il rivale.

Intorno alla mezzanotte, una volta uscito, colpì il rivale alle spalle con una ventina di coltellate. Fu trovato a casa poco dopo, uscito dalla doccia, confessò e fece ritrovare il coltello e le scarpe insanguinate.

L’uomo fu condannato a 16 anni e 4 mesi. Il pubblico ministero chiese 21 anni, ma per il giudice non ci fu premeditazione, ma fu un omicidio d’impeto.

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