Pesaro

Pesaro, mura roveresche e porta Rimini. Malandrino (Fdi): «Degrado e ritrovo di tossici, intervenire»

Il consigliere: «Costretto a una nuova interrogazione per segnale problemi anche agli Orti Giuli e San Benedetto»

Il degrado a Porta Rimini

PESARO – Mura roveresche, Daniele Malandrino, consigliere Fdi parla di degrado e incuria.

«Una delle principali vie di accesso a Pesaro, Capitale italiana della cultura, è la strada Statale della Romagna, quando si giunge da nord dopo Largo Tre Martiri e poi si sale il ponte che costeggia un tratto delle mura Roveresche cittadine. Lo spettacolo che si presenta, a chi volge lo sguardo verso i bastioni cittadini, è veramente indegno per la città perchè ci si trova di fronte ad uno stato di totale abbandono. Scheletri di vecchi manufatti in ferro e mattoni malamente coperti da dei teli indecorosi al di sotto dell’osservatorio Valerio con persiane deteriorate e, ben visibili dal marciapiede, rifiuti di ogni genere, bottiglie, resti di cantiere, plastiche, tratti di mura Roveresche che necessiterebbero di manutenzione e valorizzazione, un brutto murales, i pluviali di proprietà comunale che scaricano a terra, senza che le acque vengano convogliate nelle fognature causando spesso acquitrini».

Il consigliere Comunale Fdi continua: «Anche lo stemma araldico dei Della Rovere all’angolo del bastione – ultimo rimasto – appare bisognoso di una urgente pulizia e restauro. Se si guardano le mura, un cartello storico, restaurato dall’Istituto d’arte a suo tempo, è oggi coperto in parte dai pluviali che ne impediscono la lettura. E’ stato riposizionato, dopo il restauro, al di sotto del marcapiano, mentre prima si trovava al di sopra dello stesso. Naturalmente, viene ricoperto dal guano dei piccioni che stazionano al di sopra del marcapiano».

Il degrado a Porta Rimini

«Il luogo – prosegue il consigliere – è diventato un’area dove si annidano topi e si riuniscono i tossicodipendenti che abbandonano siringhe, in grande numero, a terra. Ci troviamo, per essere più precisi, all’apice settentrionale del cardo (la strada romana centrale) di Pesaro in un’area compresa tra il Corso, gli Orti Giulii e le mura Roveresche, lato Porta Rimini. Questa area di rilevante importanza storica per la città, che nelle intenzioni dell’amministrazione doveva diventare uno dei fiori all’occhiello di Pesaro, come è giusto che sia, è di fatto diventata un emblematico collage di incompiute e di degrado».

«Gli Orti Giulii, per i quali più volte è stata promessa una riqualificazione mai avvenuta, l’osservatorio Valerio per il quale fu lanciato in consiglio comunale l’ambizioso progetto di “We Valerio” ma che di fatto resta chiuso ed è deteriorato, il San Benedetto che, nonostante gli annunci, è ancora un edificio diroccato che fa ​brutta mostra di sè e cade a pezzi. Poi abbiamo l’ultimo tratto del Corso: un vero luogo del degrado e dell’abbandono. In pieno centro urbano. Chi lo percorre sa di cosa si tratta: una strada che nulla ha da invidiare a quelle dissestate di Beirut degli anni ‘80».

Il degrado a Porta Rimini

E ancora, «per quanto riguarda gli Orti Giulii le risposte sono state promesse mai mantenute, per la pavimentazione stradale sconnessa del Corso nemmeno una reazione, e per quanto riguarda invece il degrado al di sotto delle mura Roveresche ci si nasconde dietro la motivazione che sia “proprietà’ privata” e quindi intoccabile da parte di una amministrazione che potrebbe invece attivare varie forme di pressione verso i proprietari».

«Vista la totale assenza e inadempienza della giunta mi vedo costretto a sottoporre l’ennesima interrogazione in consiglio comunale per chiedere risposte concrete su cosa si sia programmato per porre rimedio a questo stato di cose ormai ben conosciuto».

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