Pesaro

Pesaro, Marche Multiservizi: «Sarà un’estate siccitosa, investiamo 43 milioni nel ciclo idrico nei prossimi 5 anni»

Nella giornata mondiale dell'acqua l'azienda sottolinea che il fabbisogno pesarese è di 1200 litri al secondo. «Servono interventi strutturali»

PESARO – Giornata Mondiale dell’Acqua: oltre 43 milioni di investimenti nel ciclo idrico nel prossimo quinquennio. Ma serve una risposta contro la siccità.
Da sempre impegnata per la tutela dell’oro blu, Marche Multiservizi dal 2018 ha investito in questo settore in media oltre 18 milioni di euro all’anno, circa il 43% in più rispetto alla media italiana.

«Marche Multiservizi gestisce il Servizio Idrico, dal prelievo alla potabilizzazione e distribuzione, dai sistemi fognari fino alla depurazione. L’Azienda prevede investimenti complessivi per oltre 150 milioni di euro nel quinquennio 2022-2026, di cui circa 43 destinati al ciclo idrico integrato.
La scarsità delle piogge negli ultimi tre mesi dell’anno scorso sembra aver già delineato un quadro abbastanza chiaro per il prossimo periodo, che le piogge e la neve di queste settimane hanno mitigato solo in parte. Anche quest’anno, infatti, si preannuncia un’estate siccitosa, dove la disponibilità d’acqua sarà al centro dell’agenda pubblica».

Il fabbisogno di acqua potabile nel pesarese è di 1200 litri al secondo, assicurati all’80% da acque di superficie captate da 600 punti di prelievo, la restante parte viene invece dai pozzi di profondità.
Se però mancano la pioggia o la neve queste fonti dove attingere vanno in difficoltà e la loro ricarica viene meno. A questo va aggiunto anche un calo della portata delle sorgenti: a San Martino dei Muri di Fossombrone si è passati da 25 a 7 litri al secondo, mentre sul monte Nerone, nelle sorgenti di Trella, della Cornacchia e di Pieia, dieci anni fa si registravano 110 litri al secondo, ora solo 70. La situazione peggiora anche nei comuni colpiti dall’alluvione del settembre scorso: la sorgente di Cafanne, in comune di Serra Sant’Abbondio, ha visto la sua portata diminuire del 56% nell’arco di 10 anni.
Questa fotografia della situazione nel territorio mostra come ci sia bisogno di risposte strutturali alla richiesta di acqua potabile. La crisi idrica rende tutti più consapevoli dell’importanza di questa risorsa che deve essere preservata e i cambiamenti climatici ci dicono che non possiamo più attendere oltre.
La provincia pesarese già da tempo ha imparato a conoscere il fenomeno della siccità mentre altre zone, specie del Nord Italia, sono state più duramente colpite nell’ultimo periodo. Questa situazione rischia non solo di compromettere la disponibilità idrica per l’uso quotidiano ma anche di mettere in ginocchio l’economia, con ricadute sull’agricoltura, sull’industria ed anche sulla produzione di energia idroelettrica.

Queste condizioni rendono ancora più evidente quanto preziosa sia la risorsa idrica. Il suo percorso inizia dalle falde, dalle sorgenti, o dai corsi d’acqua, dove viene prelevata e resa potabile per essere distribuita tramite gli oltre 5 mila km di reti. Così, l’acqua arriva nelle nostre abitazioni, dove la utilizziamo per tantissime attività e poi, attraverso quasi 2mila km di reti fognarie e appositi impianti, viene depurata e restituita all’ambiente.
«Lungo tutta questa filiera l’Azienda è attiva 24 ore su 24, per tutelare il più possibile il valore di ogni goccia di una risorsa sempre più preziosa. Non va poi dimenticato il laboratorio che si occupa dei controlli di qualità. Nel territorio servito dall’azienda, la risorsa blu è controllata da più di 160 analisi al giorno, che confermano tutte la stessa cosa: l’acqua di rubinetto è buona e soprattutto sicura e berla, sostituendola alle acque in bottiglia, è un gesto rispettoso dell’ambiente e sostenibile».

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