Pesaro

Pesaro, droga in bocca e nello stomaco: arrestato pusher di eroina

Gli agenti della squadra mobile di Pesaro hanno pizzicato in stazione uno straniero che, al controllo, ha inghiottito alcune dosi

La droga sequestrata

PESARO – Le palline di eroina in bocca, ma anche nello stomaco e nel retto, arrestato. Continua l’attività della Squadra Mobile della Questura di Pesaro e Urbino volta a contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti in questo centro in particolare nei confronti di giovani attivi nello spaccio di eroina.

Era già emerso che alcuni stranieri, soliti frequentare il locale parco Miralfiore dove conducono la loro illecita attività, raggiungevano Pesaro a bordo treno.

A seguito di specifici servizi volti proprio a identificarli alla discesa da un treno proveniente da nord, nei giorni scorsi gli investigatori della Squadra Mobile hanno controllato un giovane straniero, visto che il suo atteggiamento appariva piuttosto strano e fonte di sospetti. L’individuo, dopo aver capito che sarebbe stato sottoposto al controllo dagli agenti di Polizia, dava l’impressione di avere qualcosa in bocca e che lo stesse per inghiottire. Al fine di tutelare l’incolumità del giovane sono state compiute manovre finalizzate ad indurlo a espellere quanto teneva nascosto in bocca, a seguito delle quali vi era la fuoriuscita dalla bocca di 5 dosi di eroina del peso di 3 grammi circa.

Agli investigatori, appariva probabile che l’uomo fosse riuscito ad inghiottire alcune dosi di eroina, circostanza alquanto pericolosa per la sua salute, tanto che si procedeva ad accompagnarlo in Ospedale per gli accertamenti strumentali. In tale sede era constatata la presenza nello stomaco del giovane di ulteriori 5 involucri che, evidentemente, era riuscito ad inghiottire, e altri tre involucri, di più grosse dimensioni occultati nel retto. Gli involucri, poi evacuati durante il ricovero in Ospedale, risultavano contenere eroina per un peso complessivo di circa 35 grammi.

Il giovane veniva pertanto tratto in arresto che è stato convalidato dal G.I.P., il quale ha poi emesso nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere per la gravità dei fatti contestati.

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