Pesaro

Pesaro, detenuto prova a evadere dal carcere

La denuncia del sindacato degli agenti di polizia penitenziaria Sappe. «Servono strumenti e tecnologie, bodycam e tass e tasse»

Il carcere di Pesaro

PESARO – Detenuto prova a evadere dal carcere di Pesaro, la denuncia del Sappe.

Resta altissima la tensione nelle carceri delle Marche, oggi affollate da circa 860 detenuti, e continua inesorabilmente a salire il numero di eventi critici tra le sbarre, come dimostra anche l’ultimo episodio avvenuto nella struttura detentiva di Pesaro. Come hanno infatti denunciato le strutture locali del Sindacato, un detenuto di origine gambiana di 27 anni arrestato per reati di resistenza a Pubblico Ufficiale, violazione legge stupefacenti, violazione legge sulla detenzione di armi, affetto da gravi patologie di natura psichiatrica, solo nell’ultimo mese ha messo in atto una sequenza di atti turbativi che hanno messo a repentaglio l’ordine e la sicurezza interna dell’Istituto di pena, consistenti in una serie di atti vandalici come il danneggiamento e l’incendio delle suppellettili poste all’interno della propria camera detentiva. Tali gravi e pericolosi episodi hanno indotto la Direzione Pesarese a chiedere più volte il trasferimento del detenuto in una struttura attrezzata per la custodia di detenuti con gravi problemi psichiatrici. Difatti, giovedì 2 marzo verso le ore 13,15 approfittando dell’ora d’aria scavalcava l’inferriata posta ai lati dei passeggi con il chiaro intento di accedere nelle zone esterne dell’Istituto ed evadere dal Carcere.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato, ricorda che il SAPPE denuncia da tempo che le «carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam».

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