Pesaro

Pesaro, detenuto devasta una sezione del carcere

I sindacati degli agenti di polizia penitenziaria: «Solo l'ultimo di tanti episodi, dobbiamo pregare che i nostri non abbiano la peggio»

Il carcere di Pesaro

PESARO – Detenuto devasta una sezione del carcere distruggendo le telecamere e parte dell’impianto elettrico.

Le Organizzazioni Sindacali Osapp, Uilpa, Sinappe-Spp, Uspp, Fp Cgil denunciano l’ennesimo evento critico avvenuto all’interno della Casa Circondariale di Pesaro.

Nella serata di lunedì, 7 dicembre, un detenuto di nazionalità marocchina per futili motivi ha devastato un’intera sezione detentiva, dapprima ha divelto e distrutto le telecamere poste all’interno del reparto detentivo poi ha staccato parte dell’impianto elettrico dal muro provocando un black-out sulla linea elettrica.

«Non contento e non affatto soddisfatto, ha distrutto tutto quello che gli capitava a tiro ovvero tavoli, sgabelli, telefoni, mettendo in subbuglio ed a rischio la sicurezza del reparto. Inutili e inascoltati sono stati i tentavi messi in atto dal Personale di Polizia Penitenziaria, allo scopo di farlo desistere nel distruggere i beni dell’Amministrazione Penitenziaria, in quanto il detenuto era in preda ad una crisi di nervi e in questi casi bisogna solo “sperare e pregare” che l’Agente in servizio in sezione non abbia la peggio.
Lo stesso detenuto alcuni giorni or sono aveva devastato ed incendiato un’altra stanza detentiva distruggendo i sanitari e le suppellettili a cui ha dato fuoco bruciando un materasso e di conseguenza rendendo inagibile la camera».

Sono episodi che si susseguono e i sindacati degli agenti di polizia penitenziaria sono stanchi: «Le ultime demolizioni e distruzioni messe in atto dal ristretto sono le ultime di una lunga serie, difatti tale soggetto si distingue per averle compiute in tutti gli Istituti dai quali è stato allontanato per gli stessi gravi motivi, ovvero per aver compresso l’ordine e la sicurezza degli Istituti Penitenziari. Ingenti sono finora i danni di cui dovrà rispondere il detenuto all’Amministrazione Penitenziaria, i quali si aggirano già da diverse migliaia di euro, ma essendo indigente economicamente mai potrà risarcire lo Stato per i danni arrecati.
Il detenuto in questione si aggiunge alla lunga schiera di tutti quei soggetti che solitamente compiono il cosiddetto “Turismo Penitenziario”, ovvero l’Amministrazione Centrale e Regionale per tali soggetti facinorosi, preferisce trasferirli da un Istituto Penitenziario ad un altro nella speranza forse, perché durante il tragitto il detenuto possa ravvedersi e sia “folgorato” come “San Paolo sulla via di Damasco”.

A questo punto anche noi chiediamo a gran voce e con urgenza il trasferimento immediato del detenuto, visto che allo stato attuale pare non ci siano più stanze disponibili ad accogliere un soggetto con tali problematiche».

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