Pesaro

Pesaro, circonvallazione di Muraglia. Di Domenico: «Brutta copia di quella prevista nel 2010, a 2 corsie invece che 4»

L'ex consigliere Udc: «Era inserita nel piano delle opere pubbliche finanziate dalla Giunta Spacca in Regione»

PESARO – Taglio del nastro e polemiche.

L’inaugurazione della circonvallazione di Muraglia è stata accolta con clamore, ma il coordinatore Udc Alessandro Di Domenico apre il cassetto della memoria.

«Di cosa vuole parlare Ricci sulla Circonvallazione di Muraglia o a chi crede di imbiancare gli occhi. Tutti lo sanno, ad iniziare il suo ex Presidente di Circoscrizione Stefano Falcioni, quell’opera la si aspettava da non meno di 20 anni (30 per i più anziani), e quella inaugurata sabato mattina non è altro che una “brutta copia” dell’opera originale e purtroppo è un’opera rimasta a metà, doveva essere in galleria ed hanno sbancato la collina. L’hanno fatta a 2 corsie e doveva essere a quattro, dovevano farla almeno nel 2010 e Ricci ce la racconta che si sono impantanati con la vicenda del Ponte Morandi prima e del COVID (2019/2021), ma se l’avessero realizzata nel 2014 tutto ciò non accadeva; poi, l’ultima mazzata è stato l’aumento del 40% dei costi per colpa dell’inflazione, dell’aumento delle materie prime anche dovuto al 110% che ci lascerà circa altri 150 miliardi di “crediti” da non esigere».

L’ex consigliere precisa che «quest’opera non era tra le opere della 3° corsia dell’autostrada, ma inserita successivamente con l’opzione casello, dibattito aperto in Aula dal Sottoscritto oltre 13 anni or sono. La circonvallazione di Muraglia era già inserita nel piano delle opere pubbliche e finanziata con risorse del comune e fondi FAS della regione Marche (giunta Spacca addirittura) che Ceriscioli prima e Ricci poi non sono riusciti ad utilizzare, ed è arrivata poi Società Autostrade e la Regione Marche (Giunta Acquaroli) per definire gli ultimi dettagli. Per inciso anche la Circonvallazione di Santa Veneranda non era prevista con le opere della terza corsia dell’autostrada, ma è stata aggiunta dopo, sempre con intervento del sottoscritto, quindi è bene “dare a cesare quello che è di cesare”».

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