Pesaro

Pesaro, caso affidi in consiglio, Centrodestra: «Opacità collaudata». Maggioranza: «Responsabilità che non esistono»

Acceso dibattito in consiglio comunale a Pesaro sui 600mila euro di affidamenti diretti alle associazioni Stella Polare e Opera Maestra. È scontro

PESARO – Caso affidi, dibattito e scontri politici in Consiglio Comunale. Un caso che ha portato ad una inchiesta della magistratura che vede cinque indagati.

Marco Lanzi, presidente della Commissione Controllo e Garanzia ha illustrato la sintesi del documento elaborato da maggioranza e opposizione. «La Commissione si è riunita la prima volta il 1° agosto 2024 per approfondire le determinazioni di spesa relative agli affidamenti diretti e ai contributi assegnati alle due associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare accomunate dallo stesso presidente, fondatori, statuto, entrambe non iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) ed esenti dalla presentazione del Durc. Aspetti più volti affrontati e dibattuti dalla Commissione in ordine a loro legittimità o opportunità». 

Lanzi ha detto, «Ad oggi la Commissione si è riunita 21 volte, sempre a porte chiuse ad eccezione delle prime 2 convocazioni. Sono state esaminate 11 determine di spesa per affidamenti diretti e 4 per contributi a favore dell’associazione Opera Maestra comprese tra il 17 agosto 2020 e 1° febbraio 2024; per un totale liquidato di 274.564,30 euro. Sono state esaminate due determine di spesa per affidamenti diretti all’associazione Stella Polare, nel periodo tra il 20 luglio 2023 e il 27 maggio 2024 per un totale di 118.188mila euro già corrisposti. Inoltre, a settembre 2024, la Commissione ha convocato il direttore generale della Fondazione Pescheria  per l’affidamento di incarico per la realizzazione di totem.

La Fondazione ha affidato l’incarico dietro corrispettivo di 39.833 euro». L’obiettivo della Commissione, riporta Lanzi, «è stato di fare chiarezza su criteri, modalità e tempistiche con cui sono stati effettuati affidamenti per 600mila euro a favore delle due associazioni».

E ancora: «La relazione riporta che 8, tra dirigenti e responsabili dell’ente, hanno firmato affidamenti alle due associazioni; al posto di 1 dei dirigenti era stato sentito il suo successore. I dirigenti hanno fornito chiarimenti su singole fasi delle procedure, consegnato ulteriori documenti, sottolineato che era loro compito verificare che l’operatore economico avesse i requisiti morali e tecnici per eseguire la prestazione, verificare congruità prezzo e prestazione e che l’opera venisse realmente realizzato. Hanno precisato che l’ex collaboratore del sindaco precedente, gestiva direttamente i rapporti con le associazioni del territorio, presentava loro progetti e indicava loro i destinatari degli affidamenti e che le anomalie riscontrate sulle determine sono imputabili a refusi o dalla necessità di maggiore flessibilità nell’allocazione dei fondi. Le tempistiche ravvicinate, o concomitanti, tra preventivi, determine e inaugurazioni di alcune opere realizzate, erano giustificate dalla necessità di accelerare i tempi di esecuzione. Hanno dichiarato di non essere a conoscenza e di non aver concordato alcuna sponsorizzazione relative alle opere e lavori delle determine. Su un evento del Comune, il dirigente competente ha detto che il Comune non ha poteri ispettivi e che non è lo stesso ufficio a seguire ogni distante fase legate ai contributi».

«In relazione a una determina su una manutenzione straordinaria, la Commissione nonostante la richiesta ufficiale non ha mai ottenuto il preventivo di spesa. La somma di 43.188euro è stata interamente liquidata senza verificare l’effettiva realizzazione dei lavori».

«È emerso che gli affidamenti diretti e contributi non sono stati oggetto di valutazioni comparative su capacità ed esperienza affidatari o da indagini di mercato» ha detto Lanzi che ha aggiunto: «Coloro che hanno rivestito il ruolo di capo di gabinetto nel periodo in esame, hanno dichiarato di non aver mai sentito nominare le due associazioni prima dell’inchiesta e di non essere a conoscenza di eventuali sponsorizzazioni».

Tra gli interventi quello di Serena Boresta di Fdi: «Sono emerse delle verità inequivocabili: l’esistenza di un meccanismo consolidato e collaudato all’interno dell’Amministrazione di gestione della cosa pubblica con caratteristiche di gran opacità e con anomalie. Vi è stata una sorta di ingerenza tra la funzione politico-amministrativa e la funzione di gestione in senso stretto, di competenza esclusiva dei dirigenti. Questo è avvenuto attraverso una figura, uomo di fiducia dell’ex sindaco, che indicava ai dirigenti i destinatari di affidamenti e contributi. Un “meccanismo” caratterizzato da sciatteria e refusi». Ancora Boresta:  «È chiara un’omessa vigilanza, ma qui c’è anche qualcosa di più: si è consentito a due stretti collaboratori di interferire nell’attività gestoria dei dirigenti, creando un meccanismo che non ha nulla a che fare con l’efficienza, trasparenza e buona amministrazione della cosa pubblica». 

Il consigliere Lega Dario Andreolli ha aggiunto: «Risulta poco credibile che il vertice politico si sia disinteressato della vicenda, lasciandola solo ai dirigenti e al personale di staff».

La maggioranza in coro ha risposto con una nota: «È evidente che la destra pesarese non è mossa da senso istituzionale o spirito costruttivo, ma dalla volontà di alimentare un caso politico, utilizzandolo come leva propagandistica. Politicamente l’opposizione non mai portato un contributo concreto per dimostrare che ciò che è stato fatto non fosse in linea con la volontà dei pesaresi».

Il consigliere di Maggioranza Mariani ha detto: «Abbiamo letto una relazione che assomiglia più ad una requisitoria che cerca responsabilità che non esistono».

Poi le richieste del centrodestra di dimissioni della giunta. La maggioranza ha risposto con Pagnoni Di Dario: «I documenti della minoranza non sono accoglibili in nessuno modo». Sulla mozione sulla trasparenza, «il dirigente ha spiegato bene durante una Commissione, come funzionano le rendicontazioni e quali sono le responsabilità dell’ente e quelle del privato. Invito a riascoltare quella seduta». Sul documento con cui si chiedono le dimissioni della giunta ha detto, «non è accoglibile in alcun modo». Pagnoni Di Dario ha parlato del «fattore positivo di tutto questo: spero sia il momento finale della vicenda, che venga messo un punto e venga lasciato fare il proprio lavoro a chi deve realmente farlo».